CRONACA - 06 febbraio 2019, 09:38

Operazione Geenna: Riaperta pizzeria La Rotonda, 'aspettiamo di veder entrare dalla porta il sorriso di Tonino'

Operazione Geenna: Riaperta pizzeria La Rotonda, 'aspettiamo di veder entrare dalla porta il sorriso di Tonino'

I profumi di cucina sono quelli di sempre, le cameriere non hanno perso l'accogliente sorriso sul volto, le gigantesche milanesi a 'orecchio di elefante' sembrano persino un po' più grandi del solito, ma forse perchè sono quasi le 13 e contrariamente alla solita ressa oggi la sala da pranzo è mezza vuota.

Chiusa da mercoledì 23 gennaio ha riaperto due giorni fa la pizzeria La Rotonda di Antonio 'Tonino' Raso ad Aosta (foto in basso), e se il menù da buona e robusta trattoria di famiglia non è cambiato è nel calo sensibile di clientela che si vedono le ripercussioni dell'Operazione Geenna, che Tonino lo ha fatto finire in carcere una settimana fa con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, o meglio 'ndranghetista. 

Alla riapertura del locale diversi tra i frequentatori abituali hanno continuato a passare 'al largo' ma non sono mancati avventori che sono corsi ad abbracciare la moglie e figli del titolare; un gesto affettuoso segno di vicinanza e comprensione perchè, al di là di responsabilità e giudizi, il momento è molto difficile per la famiglia di Raso.

Per gli inquirenti lui era uno dei 'capi' del sodalizio criminale che costituendo una 'locale' aostana voleva scalare i vertici del potere politico in Valle; per i suoi dipendenti e per una parte di clientela 'fidelizzata' della pizzeria, Antonio Raso invece non è altro che un imprenditore della ristorazione che trascorreva almeno 12 ore al giorno tra i tavoli de La Rotonda e per tutti aveva un sorriso e una parola. Forse anche una parola di troppo, sono convinti gli uomini della Dda di Torino e dei carabinieri di Aosta che lo hanno intercettato per mesi.

D'altro canto, Raso non ha mai fatto mistero di essere stato lui a far incontrare Gerardo Cuomo - titolare del Caseificio Valdostano arrestato il 31 gennaio 2017 insieme all'allora capo della Procura aostana Pasquale Longarini - con Giuseppe Nirta, commerciante ma soprattutto pregiudicato 'ndranghetista assassinato in Spagna: "Cuomo voleva comprare dell'olio di buona qualità e Nirta si era proposto - ha sempre affermato Raso - io li feci incontrare ma per quanto ne so dell'operazione commerciale non se ne fece nulla. Discorsi di 'ndrangheta non ne sono nemmeno stati sfiorati, almeno certamente non in mia presenza...".

E sempre Raso da diverso tempo non perdeva occasione per accusare Nicola Prettico di averlo inguaiato finanziariamente per una fidejussione mai onorata: "L'ho aiutato quando aveva avuto bisogno di soldi per aprire il suo locale, lui per ringraziarmi mi ha fatto quasi finire la casa all'asta...".

Del risentimento covato da Raso nei confronti di Prettico in tanti sapevano, ma tra i tavoli de La Rotonda 'Tonino' sapeva mascherare bene i propri sentimenti, sempre sorridente e disponibile con i clienti: era lui a organizzare i tavoli, a consigliare il menù, a coordinare cucina e cameriere.

"Da un momento all'altro rientrerà dalla porta d'ingresso del ristorante con il suo eterno sorriso stampato in viso, magari smagrito e disorientato ma sempre 'lui', sempre il Toni che conosciamo..." dicono familiari e parenti di Raso che da lunedì ne fanno le veci in pizzeria e di implicazioni con la 'ndrangheta proprio non vogliono sentire parlare.

Rivedere Tonino in pizzeria non sarà cosa così immediata, probabilmente; il Tribunale del Riesame deciderà nei prossimi giorni e dell'interrogatorio di garanzia poco o nulla si sa. Alla Rotonda fanno finta che tutto scorra come sempre ma qualcosa è profondamente cambiato, e come detto prima non si tratta del menù.

patrizio gabetti

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