Chez Nous - 29 dicembre 2018, 12:00

Spinelli in regione

Spinelli in regione

Onore al merito al Consiglio comunale di Quart che ha avuto il coraggio di affrontare a viso aperto la questione Cannabis Light. Se il Consiglio comunale di Aosta per iniziativa del consigliere Vincenzo Caminiti, presidente della Commissione Politiche sociali, ha affrontato per primo il problema delle azzardopatie trovando, con il Celva e la Regione, le possibili mitigazioni alla diffusione del fenomeno, Quart per primo ha messo mano ad un problema emergente: l’uso della cannabis light, un termine che imbroglia perchè la cannabis è sempre cannabis.

I giovani, ma non solo, sono perseguitati da decenni ormai dal dilemma: droghe leggere sì o droghe leggere no?

Bisogna spiegare ai giovani che la cannabis light, ha un contenuto di THC, un allucinogeno che provoca effetti di alterazione mentale come euforia, scoordinazione dei movimenti e riflessi rallentati. E’ pur vero che può essere usato per dolori vari, ma deve essere consumato sotto controllo medico.

Il bubbone è scoppiato a Quart perché gira voce della possibile apertura di un esercizio che potrebbe metterla in vendita liberamente.  

E’ bene ricordare che il Consiglio superiore di sanità ha detto che "la vendita dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di 'cannabis' o 'cannabis light' o 'cannabis leggera', in forza del parere espresso sulla loro pericolosità, qualunque ne sia il contenuto di Thc, pone certamente motivo di preoccupazione".

Nella sostanza il Consiglio Superiore della Sanità raccomanda "che siano attivate, nell'interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di precauzione, misure atte a non consentire la libera vendita dei suddetti prodotti".

Dunque, la pericolosità dei prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa, in cui viene indicata in etichetta la presenza di 'cannabis' o 'cannabis light' o 'cannabis leggera', non può essere esclusa.

Al  momento, sempre secondo il Consiglio Superiore della Sanità "non appare in particolare che sia stato valutato il rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza/allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione, così da evitare che l'assunzione inconsapevolmente percepita come 'sicura' e 'priva di effetti collaterali' si traduca in un danno per se stessi o per altri: feto, neonato, guida in stato di alterazioni”.

Quindi gli spinelli leggeri come alcol e altro atrofizzano il cervello e le conseguenze emergono a medio lungo termine. Lo sport è sicuramente meglio che uno spinello.

Come ha bene spiegato Silvio Garattini, direttore scientifico dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano: “E’ molto importante mantenere soprattutto fra i giovani l'idea che la cannabis è una droga e può dare effetti molto importanti anche a distanza di tempo se si assume in fase giovanile, quando il cervello è ancora in fase di sviluppo, e può aprire le porte ad altri tipi di droga”.

Bisogna togliere dalla testa della gente che la cannabis ligth sia una droga leggera. Spiega Garattini: “questo è un termine che non deve essere utilizzato”.

E sempre Garattini ammonisce: se succedesse qualcosa, incidenti o malori fra chi utilizza cannabis light, "la responsabilità sarebbe delle istituzioni. Questo è solo un modo per bypassare la legge e dare vita a una sorta di legalizzazione, senza che in realtà ci sia".

E’ dunque tempo che anche il Consiglio Valle prenda atto di un fenomeno emergente e operi per bloccarlo, o quanto meno regolamentarlo prima che dilaghi.

Spinelli in regione. Per favore no, assessori Mauro Baccega e Laurent Vierin.

piero.minuzzo@gmail.com

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