"Il masso era stato depositato da un ghiacciaio e si trovava in quel preciso posto presumibilmente da migliaia di anni". Così Marco Paganone, geologo della Regione, sentito come testimone nel processo sulla frana che il 16 marzo 2011 rese invalido Michel Chabod, ingegnere di Valsavarenche, mentre era alla guida della sua auto a Villeneuve. "Si è trattato - ha aggiunto Paganone - di un evento di caduta massi piuttosto comune in Valle d'Aosta", un "blocco lapideo sicuramente superiore al metro cubo". A riparare la strada "non c'era alcun sistema di protezione".
Ai sei imputati è contestato il reato di concorso in disastro colposo, oltreché attentato alla sicurezza dei trasporti, per la mancanza di uno studio geologico preliminare all'allargamento della strada comunale, avvenuto a fine anni '80. In questo senso il dirigente regionale Sandro Glarey, che dalla sua assunzione ha "sempre lavorato per le opere stradali", ha confermato: "Il mio dipartimento non è mai stato coinvolto in altri lavori, sono di competenza del Comune".
Sono imputati il progettista della strada su cui crollò il masso, Luciano David, l'ex presidente della Regione Augusto Rollandin, l'ex sindaco Roberta Quattrocchio, l'ex assessore regionale ai Lavori pubblici Carlo Berthod, Gabriele Gianni (77) e Anna De Santis (49), rispettivamente proprietario e affittuaria del terreno da cui partì la frana.
Nel luglio scorso Regione e Comune hanno risarcito Chabod con un milione e 200 mila euro, così i familiari e Assotrasporti hanno revocato la loro costituzione a parte civile e il giudice monocratico Marco Tornatore ha dichiarato estinto il reato di lesioni. Il processo è stato rinviato al 5 febbraio prossimo.




