"E' stato un esame completo ed esaustivo, Longarini ha spiegato molte cose e ha risposto a domande molto precise perché avevamo già prodotto una memoria difensiva, nella quale abbiamo delineato l'ossatura dell'interrogatorio, per cui sono state fatte delle domande mirate, sia da parte del giudice che del pubblico ministero". Lo ha detto ai cronisti dopo l'udienza l'avvocato Claudio Soro, difensore insieme alla collega Anna Chiusano, dell'ex procuratore di Aosta Pasquale Longarini (ora giudice al tribunale di Imperia), arrestato nel gennaio 2017 e imputato insieme ad altre due persone nel processo con rito abbreviato a Milano davanti al giudice Guido Salvini.
Il difensore ha quindi sottolineato che dopo l'interrogatorio, davanti al gup Salvini, Longarini era "sollevato e soddisfatto. Ritengo che sia stato molto importante - ha spiegato il legale - anche dal punto di vista psicologico, perché è la prima volta che anche i suoi colleghi lo hanno visto in faccia".
L'accusa principale contestata dal pm Giovanni Polizzi, titolare dell'inchiesta, a Longarini e ai coimputati, gli imprenditori Gerardo Cuomo e a Sergio Barathier, è quella di induzione indebita a dare o promettere utilità. Solo all'ex procuratore del capoluogo valdostano il pubblico ministero ha anche contestato la rivelazione di segreto d'ufficio e il favoreggiamento. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 13 dicembre per la discussione del pm e le arringhe dei difensori e potrebbe arrivare anche la sentenza.
L'avvocato Soro ha aggiunto che la memoria difensiva prodotta stamattina era "articolata su entrambi i reati, quindi abbiamo fatto la cronistoria di tutte le vicende, sia per quanto riguarda l'induzione indebita che per il favoreggiamento". E ha sottolineato che per l'ex procuratore di Aosta "l'accusa di rivelazione di segreto d'ufficio è stata quella che ha patito di più, perché è un'accusa infamante per un magistrato". Infine, il legale ha spiegato che a Imperia, città dove è stato trasferito dal Csm dopo la notizia dell'indagine a suo carico, Longarini "è estremamente soddisfatto, ha funzioni civili, è molto apprezzato e per noi è stato un grande successo che sia stato riammesso in servizio".
Secondo le indagini della Procura milanese, Longarini "abusando delle sue qualità o dei poteri di pubblico ufficiale" in quanto stava trattando "un procedimento penale a carico di Barathier per gravi reati" fiscali, che di recente si è concluso con la sua assoluzione, "in accordo con Cuomo, sollecitava" il primo "ad effettuare - si legge nel capo di imputazione - forniture di prodotti dal Caseificio valdostano" per un hotel di lusso. Cosa che andò a buon fine in quanto "in effetti Barathier procedeva, assumendo ordini del valore di circa 70-100 mila euro". Riguardo alle accuse di rivelazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento, Longarini, nell'aprile 2015, "in qualità di pubblico ministero", avrebbe aiutato Cuomo "ad eludere le investigazioni condotte dalla Dda di Torino" in un "procedimento penale" in "materia di criminalità organizzata, rivelandogli" di essere "sottoposto ad intercettazioni telefoniche, informazione che il pm aveva appreso dai carabinieri di Aosta per ragioni del proprio ufficio, in quanto titolare di procedimenti collegati". (ANSA).