Lord Beveridge (1879-1963) inglese, economista e sociologo, inventore con una sua opera del 1942 dello Stato Sociale (welfare state), una sorta di ombrello sociale protettivo per tutte le generazioni. A lui si deve, infatti, la famosa formula “dalla culla alla tomba” (assegni familiari, sussidi di disoccupazione, pensioni di vecchiaia e di reversibilità ecc.), il tutto incentrato sulla certezza del diritto dei cittadini dalla loro nascita fino alla morte.
Una certezza che si è andata purtroppo sgretolando col tempo e che mostra molte crepe ai giorni nostri. Qual è lo stato dell’arte oggi? Si fa un gran parlare ad esempio di pensioni, a volte a proposito, spesso a sproposito. La conseguenza è un clima di incertezza che non fa bene a nessuno, sia che si tratti di pensionandi, sia che si tratti di già pensionati. E l’incertezza su ciò che spetta a ciascuno fa male, fa molto male. Ne va di mezzo la stabilità dei diritti e anche il gioco delle regole per una democrazia che voglia definirsi veramente tale. Basta riferirsi al dibattito odierno. Quando si andrà in pensione di vecchiaia?
Secondo la norma scritta si va a 67 anni dal 2019 o anche prima se si sono versati circa 43 anni di contributi. Ma qualcuno dice che si potrà andare a 64 anni con 36 anni di contributi, altri dicono a 62 anni di età e 38 anni di contributi. E chi è già in pensione può stare tranquillo? Niente affatto! Qualcuno sostiene che chi ha una pensione tra i 4 mila euro e i 5 mila euro netti mensili, anche se ha versato più di 40 anni di contributi, si dovrà vedere tagliata la pensione con una sorta di ricalcolo diverso da quello che era in vigore al momento del pensionamento.
Altri dicono che non è giusto negare un diritto acquisito da tempo, al massimo andrà bene un contributo di solidarietà limitato nel tempo, come ha deciso anche la Corte Costituzionale. C’è poi chi sostiene che la pensione minima va elevata a 780 euro mensili anche se ha versato poco o nulla in passato.E chi è in pensione avendo versato 15 o 20 anni di contributi ed ha una pensione di 781 euro mensili? Si vedrà raggiunto da chi ha pagato poco o nulla all’INPS. E sempre a proposito di certezza del diritto parliamo anche della cosiddetta “pace fiscale” che è poi un condono neanche mascherato.
Chi doveva 100 al fisco ed ha pagato 100 verrà considerato “fesso” rispetto ad una marea di “dritti” che ora si metterà, con la pace fiscale, sua ma non degli onesti cittadini, a posto col fisco pagando solo 10. E non finisce qui. Per il cosiddetto reddito di cittadinanza si prevede di eliminare la NASPI (nuova assicurazione per l’impiego o indennità di disoccupazione) che ultimamente era stata migliorata sia negli importi che nei requisiti per ottenerla.
E qualcuno vorrebbe rimettere in discussione anche la pensione di reversibilità, che, in base al reddito, è già stata taglieggiata per un importo che va da 25% al 50%. Insomma tutto ciò che aveva una base di certezza viene messo in discussione, lasciando i cittadini nell’impossibilità di programmare il proprio futuro o ciò che resta della propria vita. Sento rumori cupi e tetri provenire da un tumulo: è Lord Beveridge che si rivolta nella tomba perché la sua certezza del diritto è andata a farsi benedire!