Nemmeno i Vigili del fuoco valdostani potevano immaginare lo spettacolo di morte e distruzione che li attendeva al Ponte Morandi di Genova.
"Una scena catastrofica. Quello che ci siamo trovati di fronte era peggio di Amatrice o di Rigopiano o di Norcia" ha detto all'Ansa Patrick Ronc, coordinatore delle unità cinofile dei Vigili del fuoco di Aosta, una carriera professionale trascorsa su calamità naturali. Ronc è appena rientrato da due giorni di lavoro tra le macerie del ponte: "Quando abbiamo sorvolato l'area con l'elicottero - ha spiegato - si capiva che era un disastro. Le ricerche erano difficili per la difficoltà di movimentazione, c'erano ferri ovunque, e poi enormi blocchi di cemento, benzina e olio, i cani facevano fatica e rischiavano di ferirsi". Sono stati cinque i cani giunti a Genova dalla Valle d'Aosta (in totale una trentina da mezza Italia).
"Abbiamo lavorato soprattutto all'estrazione di cadaveri - aggiunge - e la scena era terribile. Abbiamo effettuato ricerche nella zona dell'isola ecologica dell'Amiu dove risultava un disperso, i cani hanno segnato punti di interesse, ora bisognerà scavare".
E' il racconto di chi si è trovato a cercare di salvare vite umane in una situazione estrema e pericolosa: "Era difficile spostarsi - ha continuato a sottolineare Ronc - spesso dovevamo prendere i cani in braccio o imbragarli. C'erano passaggi stretti, fessure, e tutti quei ferri che spuntavano. Mentre in altre occasioni come ad Amatrice potevi spostare delle pietre per cercare, qui solo gli scavatori possono fare qualcosa".