CULTURA - 11 agosto 2018, 09:08

Ritrovati intonaci dipinti del Quattrocento sulla facciata del palazzo vescovile di Aosta

Una porzione degli intonaci rinvenuti

Una porzione degli intonaci rinvenuti

L'annuncio entusiasta è del Vescovo di Aosta, Franco Lovignana e dell’assessore regionale all’Istruzione e Cultura, Paolo Sammaritani.

"Nel corso dei lavori, iniziati nella primavera del 2017, di restauro del pontile che collega l’episcopio alla Cattedrale e alla manutenzione straordinaria delle facciate del palazzo vescovile -  si legge in una nota congiunta di Diocesi e Regione - sono emersi su una porzione circoscritta della facciata nord degli intonaci dipinti con raffigurazioni ed elementi lapidei lavorati che, sebbene molto frammentari, sono apparsi immediatamente di grande importanza da un punto di vista storico-artistico".

In particolare, "il rinvenimento dello stemma caratterizzato dal simbolo dei trifogli, identificabile con quello del Vescovo Oger Moriset (1411-1433), ha permesso di indicare il secondo e terzo decennio del XV secolo come periodo di riferimento almeno per una parte delle decorazioni reperite".

Data l’importanza del rinvenimento e la sua estensione ben definita, su una porzione ampia circa quattro metri, sulla facciata settentrionale dell’Episcopio, di fianco al lato occidentale del pontile appena restaurato, la Diocesi di Aosta, committente dei lavori, in accordo con la Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Regione, ha deciso di sospendere gli interventi di manutenzione straordinaria in corso sulla suddetta porzione di prospetto per poterne verificare la fattibilità del recupero e del restauro.

È stato pertanto predisposto un accurato progetto di restauro, redatto dall’architetto Diana Costantini di Aosta, volto a restituire il miglior grado di leggibilità degli elementi originali del prospetto, pur armonizzandoli nella cortina più ampia del Palazzo vescovile.

Nel mese di giugno 2018 è iniziato il cantiere di restauro, affidato alla ditta Novella Cuaz di Roisan, che ha operato in questa prima fase con l’eliminazione di tutti gli strati soprammessi nei secoli.

"A seguito della rimessa in luce della facciata quattrocentesca -  prosegue il comunicato - si è potuto procedere con la seconda fase che ha permesso una stima precisa dello stato di conservazione dell’impianto decorativo (purtroppo molto frammentario) e un’analisi puntuale della sequenza stratigrafica grazie al rilievo archeologico.I lavori di reintegrazione pittorica proseguiranno nei prossimi mesi e termineranno nel corso dell’autunno".

i.d.

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