POLITICA - 01 agosto 2018, 16:49

Smentiti i denigratori della Spelgatti, ha già creato un paio di posti di lavoro, uno per Etienne Andrione

Mentre il Governo centrale è alle prese con la riorganizzazione degli uffici per l’impiego, la Presidenta della Regione, Nicoletta Spelgatti, ha bruciato le tappe in materia occupazionale. Ma soprattutto ha dato una lezione di francofonia e socio-economia

Nicoletta Spelgatti ed Etienne Andrione

Nicoletta Spelgatti ed Etienne Andrione

Oltre a chiamare alla sua corte candidati della sua lista bocciati dagli elettori o dare nuovi spazi ai dipendenti del casino, La Presidente della Giunta Nicoletta Spelgatti ha fatto un nuovo colpo da 90. Infatti ha ingaggiato Etienne Oreste Alexander Andrione dalle molteplici attività.

Per i pochi che non lo conoscono, basti dire che Etienne Oreste Alexander Andrione, a detta della Presidenta ha svolto molteplici attività nell’ambito della tutela e della valorizzazione della francofonia, e della ricerca economica demografica. Tanta capacità è però ricompensata con poco più di 60mila euro all’anno. Una vera miseria vista la portata del personaggio che pare fumi anche in ufficio per mantenere attiva la tensione (nella foto in basso discute, sigaretta in mano, con la Vicesindaca di Aosta, Antonella Marcoz).

Tanta conoscenza ha però dovuto superare l’onta della prova di francese brillantemente superata il 27 luglio. E l‘esigenza di  avere un attaché del calibro di Etienne Oreste Alexander Andrione ha fatto si che la Giunta il 30 luglio deliberasse l’incarico a partire dal primo agosto.

Un’assunzione tanto repentina che probabilmente costringerà Etienne Oreste Alexander Andrione a rinunciare alle ferie. Consigliere comunale di Aosta, Etienne Oreste Alexander Andrione nel giugno 2015 è stato eletto nella lista dell’Uvp. Recentemente la folgorazione leghista lo ha portato a indossare la camicia verde Salvini e ora a pieno titolo è entrato tra i consiglieri di prima grandezza della Presidenta e tiene alta la bandiera leghista nel consiglio comunale di Aosta.

Dunque un Andrione torna al secondo piano del Palazzo regionale dopo Mario, babbo di Etienne che da Presidente della Regione istitutì l'attaché per sviluppuare i rapporti con la francofonia.

C’è da dire che l’incarico definito in delibera umilia la professionalità di Etienne Oreste Alexander Andrione, in quanto si deve occupare di attuazione del programma. E infatti Nicoletta Spelgatti più che un programma ha presentato una lista della spesa.

E può essere che quel non-programma sia proprio di Etienne Oreste Alexander Andrione che tempo addietro ha anche subìto una condanna perché a lui gli alpini non piacciono. A dirlo è un articolo di nove anni fa della testata di settore 'L'Alpino':

Diffamò gli alpini all'Adunata di Aosta: la Cassazione ha confermato la condanna

Argomento: Ana - Articolo pubblicato nel numero di Gennaio 2009 dell'Alpino.

"I fatti sono noti: in occasione dell'Adunata Nazionale di Aosta del 2003 Etienne Andrione nell'intento di attaccare pesantemente la Giunta regionale per aver concesso un contributo alle spese dell'Adunata, aveva 'cantato' abbondantemente fuori dal coro, affermando che quella manifestazione nulla meritava, in quanto il Corpo degli Alpini era costituito da persone dedite a 'pantagrueliche bevute', che non si meritavano di festeggiare nonostante le pesanti batoste subite a Caporetto ed in Russia: paventava altresì paurosi ingorghi al traffico e sporcizia abbandonata nelle vie cittadine stante la carenza di... vespasiani: in una parola, l'Adunata nazionale, a suo parere, si sarebbe rivelata come un 'rave party' per cui male aveva agito la Regione ad aver erogato un contributo per un simile evento.

Questo articolo, pubblicato sulla Gazzetta di Ginevra, aveva suscitato le indignate proteste di Beppe Parazzini, all'epoca presidente dell'ANA e di altri tre alpini, Vola, Testa e Mancino, che avevano per questo sporto querela, ravvisandovi la diffamazione a mezzo stampa. Inopinatamente il tribunale di Aosta, ritenendo che quell'articolo rappresentasse un corretto esercizio del democratico diritto di critica, assolveva l'Andrione, per cui la decisione veniva impugnata avanti la Corte di appello di Torino, dove i giudici di secondo grado, ribaltando la decisione di Aosta, condannavano il giornalista alla pena di 1000 euro di multa, nonché alla rifusione dei danni in favore delle parti civili, cui si era aggiunto Corrado Perona, nella misura di euro 1700 cadauna, oltre al rimborso delle spese legali sostenute dallo studio legale Raucci di Ivrea che le aveva assistite nei due giudizi. La decisione finale era quindi affidata alla suprema Corte di Cassazione cui l'Andrione era ricorso illustrando in ben 19 pagine i sette motivi di serrata critica nei confronti della decisione di Torino ed è a questo punto che il sottoscritto, alla metà di settembre, raggiunto dalla telefonata del consigliere nazionale Cesare Lavizzari che gli preannunciava l'impossibilità dello studio Raucci di presenziare al processo in quella sede, veniva in qualche modo 'precettato' per assistere le parti civili e discutere la causa alla fissata udienza del 30 settembre in Roma.

In sede di discussione ho sostenuto che gli alpini non erano a Caporetto, bensì sul Grappa e sull'Adamello dove avevano arrestato l'avanzata austroungarica comportandosi eroicamente, come fecero in Russia, al fine di dimostrare la falsità e quindi la diffamazione dell'articolo incriminato.

La Corte di Cassazione, confermando la sussistenza del reato di diffamazione, confermava conseguentemente anche la condanna dell'Andrione, che aveva tra l'altro militato nel Corpo degli Alpini in quel di Courmayeur, al risarcimento dei danni come deciso dalla Corte di Torino e, dopo una serie di scambi telefonici e postali con il giornalista, riuscivo dopo appena un mese ad incassare l'intero importo di 8.500 euro dovuto alle parti civili, oltre alle spese legali, senza dover intraprendere altre lunghe procedure giudiziarie.

Giustizia fatta!"

Fabrizio Balleri presidente della Commissione legale ANA Redazione L'Alpino 23/12/2008

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