Non serveno dosi da cavallo di memoril per ricordare chi erano i principali esperti di casino chiamati dall’allora Commissione La Torre per individuare la cura da somministrare alla nostra casa da gioco per togleirla dall'aganonia. Non serve memoril per ricordare che proprio quelle audizioni hanno ispirato le scelte della Giunta Marquis-Chatrian. Erano in buona parte personaggi passati o in carica a Campione d’Italia e che avevano lasciato un segno negativo; altri invece lo avevano riportato in auge. E la scelta di Marquis-Chatrian non ha tenuto conto dei secondi e ha scelto i pimi. Ma oggi La Provincia, giornale on line di Como riporta la notizia che “Il Tribunale di Como ha dichiarato fallito il casinò di Campione d’Italia e ha nominato i curatori per seguire l’evoluzione della gestione della casa da gioco”.
Per la verità erano da alcuni anni che il casino presieduto nel 2012-2013 dall’Au di Saint Vincent, Giulio Di Matteo, voluto dalla Giunta Marquis-Chatrian, navigava in brutte acque ed il 24 luglio il commissario ad acta Angela Pagano aveva bocciato il piano di risanamento presentato.
E Saint Vincent? Il casino di Saint Vincent è al pari di quello di Campione. E in coma irreversibile se non si individuano interventi, che pure esistono, per rilanciarlo. Il fatto che fino a settembre non si parli più di erogare l’ultimo acconto di 6 milioni dei 18 promessi dei quali 12 erogati, potrebbe obbligare l'azienda a portare i libri in tribunale.
L’Au disse che se la Regione non erogava i 6 milioni avrebbe operato per trovare le risorse necessarie per tirare a campare. Un tentativo che potrebbe contribuire ad aumentare i debiti.
Ma l’allora assessore Albert Chatrian di Alpe, che assunse l’importante carica nonostante una fresca condanna per l’uso dei soldi pubblici erogati ai gruppi, non aveva un modello diverso da quello di Campione per vestire il nostro casinò?
Eppure Aostacronaca.it, unico giornale a farlo, aveva indicato soluzioni diverse che sicuramente avrebbero prodotto ben altri effetti di quelli che stanno subendo oggi i lavoratori del casino a causa di una miopia politica e alla presunzione di chi, perché ha un cappello in testa si sente un capotreno. Con tutto rispetto per i capitreno.