Mi sono sempre chiesta l’origine della parola “peccato”, un vocabolo spesso utilizzato impropriamente da laici, atei ed anche da molti cristiani.
Nella nostra cultura questa parola è spesso associata ad una lista di soffocanti norme e precetti che, se non rispettati, necessitano di una “penitenza”. In effetti la parola “peccatum”, in latino, significa “violazione di una norma stabilita da una comunità” e comporta una “penitentia” o “multa” da espiare.
La lingua originale della Bibbia, tuttavia, non è il latino, ma il greco (il Nuovo Testamento), l’ebraico e l’aramaico (quest’ultima lingua utilizzata nell’Antico Testamento, successivamente tradotto in greco).
Nell’originale greco è utilizzato il termine “hamartia”, il cui significato è completamente diverso dall’accezione di “peccato” che abbiamo assorbito fin da bambini e vuol dire “mancare il bersaglio” (tirando con l’arco) o per estensione, “prendere una strada sbagliata”.
Il bersaglio della nostra vita è la felicità!
C’è chi spera di trovarla nel denaro, nella carriera lavorativa, abusando di sostanze dannose, o altri “rimedi” umani apparentemente pratici e immediati.
Dio ci ha creati, conosce il nostro “funzionamento”, ciò che ci rende felici e ci suggerisce SEMPRE il modo migliore per esserlo.
La Bibbia ci parla di un Dio che collabora al nostro bene, ma che, nello stesso tempo, ci tratta da persone adulte e responsabili, lasciandoci nella libertà di decidere se ascoltare o meno la Sua Parola. Ciò che noi pensiamo essere la punizione divina del peccato, non è altro che la diretta conseguenza del nostro comportamento.
Dio, nella Sua Parola, ci insegna a mirare, tenendo la giusta posizione per centrare il bersaglio, <s> </s>quando scegliamo di non ascoltarLo subiamo le conseguenze della nostra cocciutaggine.
Ogni volta che “pecchiamo”, compiamo un atto che ci allontana da Dio e dall’autentica felicità.
Per fare centro non abbiamo altra scelta che indirizzare la nostra vita come fosse una freccia, verso Gesù!
Ho letto una frase sul web che mi ha fatto molto riflettere: ”L’idea che Dio ha per noi è di farci alzare in volo come delle aquile e invece, a volte, noi ci accontentiamo di razzolare in un pollaio”.
«ma quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano.» Isaia 40:31
E tu vuoi vivere da aquila o da pollo?





