Alcune testimonianze 'pesano' più di altre, nel voluminoso fasicolo del pm Luca Ceccanti su una presunta rete di corruzione che almeno dal 2012 e fino alla primavera del 2017 ha attraversato le stanze del potere economico-politico valdostano.
Tra queste vi è sicuramente quella resa nel novembre scorso al magistrato inquirente da Giuseppe Cilea, direttore generale della finanziaria regionale Finaosta spa. Un professionista competente e di poche parole, quasi schivo, certamente non un tipo qualunque Cilea, se si pensa che dagli uffici, o meglio dalle casse di Finaosta sono transitati e transitano ancora (anche se drasticamente ridotti) fondi destinati a coprire gran parte delle spese pubbliche e private dei valdostani.
Nemmeno sfiorato da dubbi circa possibili suoi coinvolgimenti in illeciti, Giuseppe Cilea è stato però interrogato a lungo e in più occasioni come teste in procura dal pm Ceccanti il 14 e prima ancora il 9 novembre 2017, il giorno dopo l'arresto di Gabriele Accornero, all'epoca manager di Finaosta ed ex consigliere delegato del Forte di Bard e di Gerardo Cuomo, titolare del Caseificio valdostano, entrambi accusati di corruzione insieme all'ex Presidente della Giunta, Augusto Rollandin.
Dalle sue dichiarazioni gli inquirenti hanno ottenuto un 'ritratto' importante del suo sottoposto Accornero, anzi, scrive il pm, "le dichiarazioni rese da Cilea chiariscono la completa illegittimità degli interventi di Accornero e il legame indissolubile tra lo stesso e Rollandin".
Ciò per gli inquirenti appare cristallino quando Cilea spiega che "quando Accornero si è interessato di questioni del Caseificio Valdostano (soprattutto l'acquisizione dei magazzini ex Deval all'Autoporto ndr), posso tranquillamente dire che ha fatto, a mio parere, un abuso in quanto non aveva alcun titolo di occuparsi di tali questioni".
E ancora: "L'attività del Forte di Bard la gestiva quasi interamente Accornero il quale sempre, per le attività che doveva svolgere, si consultava con Rollandin (...) Accornero era sicuramente uomo di assoluta fiducia del Presidente della Giunta Augusto Rollandin e posso dire che con lui avesse un filo diretto. Sul piano amministrativo, in Finaosta, Accornero per me era di difficile gestione, anche perchè aveva una assoluta libertà di movimento e, a titolo esemplificativo, posso dire che accumulava numerosi giorni di ferie, creandomi problemi in ordine al pagamento delle stesse. Faccio altresì presente che spesso, per il suo ruolo, era all'estero senza che nessuno sapesse dove si trovava esattamente".
Al pm, Cilea ha ribadito che "Accornero aveva frequenti rapporti con il Presidente Rollandin e posso dire che sicuramente si sentiva autorizzato a muoversi con la massima libertà proprio per il suo rapporto privilegiato con Rollandin. Essendo dirigente aveva sicuramente la sua autonomia ma l'autonomia, a mio avviso, avrebbe preteso il rispetto di alcune regole".
Alla domanda del magistrato sulla possibilità che Rollandin avesse espressamente chiesto a Cilea di 'lasciar fare' ad Accornero ciò che voleva, il direttore generale di Finaosta ha risposto: "io dico che Accornero sapeva benissimo di avere la copertura del Presidente della Regione e in qualche modo approfittava di questo ruolo per fare quello che voleva, ma Rollandin di questo non parlava. Io devo dire che molte cose che faceva Accornero neanche le sapevo".