CRONACA - 11 aprile 2018, 16:14

Lo psichiatra Marco Bonetti assolto da accuse secondo filone d'inchiesta

Venerdì 16 aprile, invece, il processo per la prima tranche d'indagine in cui lo psichiatra è accusato di violenza sessuale nei confronti di sei donne, cessione di sostanze stupefacenti, truffa, peculato, corruzione, falso

Lo psichiatra Marco Bonetti assolto da accuse secondo filone d'inchiesta

Il gup di Aosta Giuseppe Colazingari ha assolto "perché il fatto non sussiste" Marco Bonetti, lo psichiatra aostano di 63 anni finito ai domiciliari il 28 marzo 2017, insieme a cinque suoi pazienti, nel processo sul secondo filone d'inchiesta della guardia di finanza. L'accusa aveva chiesto tre anni e mille euro di multa per il medico e un anno e mille euro di multa per ciascun paziente (tutti membri della polizia penitenziaria).

Già vice dirigente di Psichiatria, Bonetti era accusato di violenza sessuale (in tre occasioni, nel 2016, baci e toccamenti a una sua paziente in astinenza da benzodiazepine) e di concorso, con i cinque pazienti, in falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in certificati e di false certificazioni. Per l'accusa, tra il 2015 e il 2016, dopo essere stato istigato, aveva giustificato assenze per malattia rilasciando certificati attestanti che i pazienti erano in terapia con psicofarmaci (in quattro casi) e, per un quinto, la non assunzione di terapie e alcolici. Al termine del processo con rito abbreviato il giudice - dopo aver assolto tutti gli imputati "perché il fatto non sussiste" - ha rimandato le motivazioni al deposito della sentenza. "E' emersa l'inconsistenza dell'ipotesi accusatoria", sottolineano gli avvocati difensori di Bonetti, Massimo Balì e Jacques Fosson. L'azienda Usl si era costituita parte civile con l'avvocato Corrado Bellora.

Resta ancora aperto davanti al gup Eugenio Gramola (pm Luca Ceccanti) il processo relativo al filone d'inchiesta principale, in cui lo psichiatra è accusato di violenza sessuale nei confronti di sei donne (cinque pazienti e la madre di un'altra assistita), cessione di sostanze stupefacenti (farmaci), truffa, peculato, corruzione, falso. Con lui sono imputati cinque pazienti, dipendenti pubblici accusati di averlo pagato per ottenere certificati compiacenti. Altri due pazienti, all'epoca dei fatti appartenenti alla polizia penitenziaria, l'11 gennaio scorso sono stati condannati in un processo con rito ordinario a due anni e 10 mesi di reclusione ciascuno, con l'accusa di falsità ideologica in concorso con il medico e di corruzione.

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