"Questa regione, per quanto estranea a dinamiche delinquenziali di una certa consistenza, in realtà non può purtroppo dirsi immune dal pericolo di infiltrazioni mafiose".
Così il presidente del Tar della Valle d'Aosta, Andrea Migliozzi, durante l'inaugurazione dell'Anno giudiziario 2018 svoltasi nella sala conferenze della Biblioteca di Aosta. Il riferimento di Migliozzi è alle diverse interdittive antimafia emesse in un anno su richiesta della Questura di Aosta. Il giudice amministrativo è anche intervenuto sul 'contributo unificato' per fare ricorso al Tar, ritenuto da Migliozzi "un tributo, per non dire una gabella che affligge in maniera esagerata le finanze di chi è intenzionato ad adire la giustizia amministrativa ma anche quella civile". Per questo "una esagerata tassazione rischia in tempi di depressione economica, di assumere i connotati di una inammissibile denegata giustizia".
Qui il Presidente del Tar VdA fa riferimento al "trend preoccupante" del numero di ricorsi - in Valle d'Aosta dai 67 del 2016 ai 59 del 2017 - che "interessa quasi tutti i Tar d'Italia". Le ragioni non sono "riconducibili ad una sfiducia nella giustizia amministrativa come invece erroneamente ritenuto da alcuni esponenti del mondo politico-finanziario" ma legate ai "costi della giustizia", dal contributo unificato al "regime aggravato delle spese processuali". Un "regime fiscale così duro" di fronte al quale il potenziale ricorrente "è tentato e non poco a desistere".
Tuttavia, ha spiegato Migliozzi alla platea di autorità, la diminuzione del contenzioso può corrispondere anche a "una buona gestione dell'attività amministrativa da parte degli uffici". Tra le 63 sentenze emesse nel 2018, sei sono di accoglimento, 32 di rigetto e le altre con esiti diversi (improcedibilità, inammissibilità e rinunce). Soltanto tre quelle appellate al Consiglio di Stato.





