«Vi sono luoghi in cui la storia è inevitabile» scriveva un marinaio del “Fort-Boisé”, il cargo inglese naufragato (22 agosto 1946), ovvero settantuno anni fa - come domani - alla Grande-Basse, giusto a nord dell’isola di Saint-Pierre, di fronte alla Pointe à Henry… Ci troviamo nell’arcipelago di Saint-Pierre-et-Miquelon, Collettività d’oltremare della Francia a sud di Terranova (Newfoundland, Canada) e più precisamente sull’île dove sorge l’omonima città-capoluogo (Saint-Pierre,ndr), dove è davvero ‘inevitabile’ non accorgersi di coloro che si apprestano a ricordare l’affondamento (19 settembre 1846) della goletta “Mary” al Caillou Bertrand, non lungi dalla location cinematografica di “Entre terre et mer” (île aux Marins, ex île aux Chiens sino al 1931 e luogo di disastro e rovina - 18 maggio 1979 - del mercantile tedesco “Transpacific”).
Lontane, ma non troppo, le canadesi Green Island e Point May Golden sul ‘dito’ di Terranova di Burin Peninsula, sulla via di Lamaline e Allan’s Island: scenari-trappola di scogli semisommersi ed estensioni più o meno lunghe di coste rocciose in direzione della penisola di Avalon «micro continente che si è separato da Gondwana agli inizi dell’Ordoviciano, il secondo dei sei, sette in Nordamerica, periodi geologici in cui è suddivisa l’era geologica paleozoica, nel lasso di tempo tra i 485,4±1,9 e 443,8±1,5 milioni di anni fa». Mistero e misteri nella scala dei tempi dove milioni d’anni dopo pare s’incrocino i destini degli equipaggi del motopeschereccio “Le Ravanel” e del biplano “Oiseau Blanc”, rispettivamente scomparsi nel gennaio 1962 e nel maggio 1927. Tragicità a parte…
Rientrando nell’île-palcoscenico adatto a stesure di romanzi e a creazioni di sceneggiature e film (qui l’ambientazione di una pellicola di Patrice Leconte, “L’amore che non muore”), si sarà sorpresi dell’incredibile produzione libraria con targa dell’Archipel. Tentativo di far conoscere il gruppo insulare europeo all’imboccatura del Golfo del Saint-Laurent, nonostante un primo autunno nordico sia alle porte, con mille folate di novità. Tra le molte, il progetto della messa a punto entro il 2020 di una nuova fabbrica di imbottigliamento di gin, whisky, birre e bevande alcoliche in generale (anche prodotte con erbe, arbusti e alghe del posto), per salutare alla grande il centenario del proibizionismo, che può voler dire: sviluppo delle potenzialità ambientali, storiche e di ricerca; viaggi sensoriali, turismo, investimenti nell’area geografica speciale, balade contées, specificità culturali, spécialités locales e molto altro ancora; ornitologia, vacanze verdi, yachting e pesca compresi. Sì, seguendo i ritmi del mare, rispettando la natura e vivendo in armonia con l’ambiente acquatico circostante.
Notizie in valigia
Documento. Passaporto individuale in corso di validità. Transitando dal Canada, i viaggiatori dovranno richiedere un eTA (autorizzazione elettronica al viaggio) compilando un modulo online, nel sito web Canada.ca/eta. Come arrivare. In aereo, agevolmente da Venezia o Roma a Montréal direttamente su Airbus Air Transat (tel.06.59606512); quindi con Air Saint-Pierre. Traghetto express dal porto di Fortune (Terranova).
Dove mangiare. A Saint-Pierre: Le Feu de Braise, 14 rue Albert Briand; l’Atelier Gourmand, 12 rue du 11 Novembre; a Langlade: Chez Janot, Au Gouvernement; a Miquelon: Entre-Nous, 36 rue Baron de l’Espérance ( assaggiare lo stoccafisso home made cooking style e i frutti di mare appena pescati. Provare i filetti di squalo e il cabillaud, il merluzzo fresco). Dove dormire. A Saint-Pierre: Auberge Saint-Pierre, 16 rue G. Daguerre ; Auberge Quatre Temps, 14 rue du Temple, in un angolo tranquillo della città, ai piedi della “Montagne”. A Miquelon: Auberge de l’île, 47 rue Sourdeval, ambiente tipico, noleggio bici.
A tavola. Crostacei e conchiglie a volontà, paëlla saintpierrais, crêpes alla bretone dolci-salate, lumache , fette di formaggio Etorky, croissant e squisitezze dolci di Guillard (a Miquelon: La Pâtisserie, in rue des Ateliers). Assaggiare il buon vino Irouleguy, i preparati della Maison Audouze e i formaggi caprini di Le Grand Large. Acquisti. Plate-bière (confettura di bacche commestibili, detta chicouté, in Québec), marmellate di bleuets (mirtilli), articoli in pelle di merluzzo, quadri e Cd d’artisti locali. Idee a tema: presso Le Tire-Bouchon o alla Maison du Cadeau.
Richiami turistici. A Saint-Pierre: il monumentale Calvaire, sull’omonimo belvedere, la nuova cattedrale (1905), il nuovo faro di Galantry (1970), Fort Lorraine, il sito archeologico di Pointe à Henry; a Miquelon: la chiesa di Notre Dame des Ardilliers (1865), Cap Blanc, Cap de Miquelon , la laguna di Barachois sul bell’andare di Langlade agricola e boschiva. E poi: la pesca in mare aperto, gli isolotti e i promontori rocciosi dell’Arcipelago; i relitti semisommersi d’infiniti naufragi, la mini terra-emersa di Grand Colombier; gli usi e i costumi locali. Imperdibile: l’île aux Marins, l’isoletta - 1.700mX700 circa - museo a cielo aperto dove ripercorrere la storia dell’Archipel con l’Archipélitude, cafétéria Jézéquel, la fortezza (1854-56) ,chiesa di Notre Dame des Marins (1874)… a un quarto d’ora di navette dal molo di Saint-Pierre città.
Info. Archipel Développement, Rue Borda, BP 4365, 97500 Saint-Pierre & Miquelon, tel. 00508.411515. A Parigi : agence.paris@archipel-developpement.fragence.paris@archipel-developpement.fr