L’assassinio di Buono Caccia, il magistrato al quale è intitolato il tribunale di Aosta dove ha prestato servizio per alcuni anni, è stato condannato a all’ergastolo. La sentenza è stata emesse ieri, 17 luglio, nei confronti di Rocco Schirripa, di Cosenza, di 64 anni, ma che faceva il panettiere a Torino. Lo ha deciso la Corte d'Assise di Milano al termine del processo, ripartito 'da zero' dopo un vizio formale, a carico del 64enne ex panettiere, arrestato nel dicembre 2015 a oltre 30 anni di distanza dai fatti. Per l'omicidio è stato già condannato in via definitiva come mandante Domenico Belfiore, dell'omonimo clan.
"C'è ancora molto da fare, speriamo che non finisca qui. Ci sono ancora tante cose da indagare e da aggiungere". E' questo il primo commento di Paola e Cristina Caccia, figlie del magistrato assassinato, dopo la sentenza”. Il 26 giugno 1983, Bruno Caccia si recò fuori città e tornò a Torino soltanto nella sera. Essendo una domenica, decise di lasciare a riposo la propria scorta, decisione che facilitò il compito ai sicari 'ndranghetisti. Verso le 23,30, mentre portava da solo a passeggio il proprio cane, Bruno Caccia venne affiancato da una macchina con due uomini a bordo. Questi, senza scendere dall'auto, spararono 14 colpi e, per essere certi della morte del magistrato, lo finirono con 3 colpi di grazia.
Procuratore ad Aosta, Bruno Caccia si occupò, tra l’altro, dell’inchiesta casino che nel 1983 decapitò i vertici della casa da gioco e della politica valdostana.





