I valdostani, e soprattutto i giornalisti, lo conoscevano bene Joaquín Navarro Valls, a lungo direttore della sala stampa vaticana, portavoce di Giovanni Paolo II, morto a ottant'anni compiuti lo scorso novembre. Era malato da tempo. Navarro Valls, insignito nel 2006 del titolo di Ami de la Vallée d’Aoste, ha accompagnato Papa Wojtyla in tutti i suoi soggiorni in Valle d’Aosta.
Era giornalista, oltre che medico, e capiva bene le esigenze dei cronisti e, nello stesso tempo, quelle di tranquillità del Pontefice e riusciva a soddisfare entrambe. A Les Combes era solito intrattenersi con i tanti inviati al seguito del Papa parlando di tutto; abile conversatore, spesso le sua parole andavano oltre i temi del suo incarico di portavoce papale.
Una vita lunga e piena, durante la quale ha ricoperto in maniera instancabile, l'incarico di messaggero pubblico di Wojtyla. Con discrezione è stato interprete fedele e attento di una delle figure più autorevoli e incisive del secolo scorso. Restò dietro il Papa e di fronte ai giornalisti per più di vent'anni, raccontò viaggi, consegnò parole, le tradusse, ne fece titoli, dal 1984 fino alle dimissioni, che rassegnò l'11 luglio 2006 quando papa Ratzinger nominò come suo successore il presbitero gesuita Federico Lombardi.
Fu Navarro stesso, dopo aver continuato il suo lavoro per oltre un anno, a chiedergli di essere sollevato dall'incarico. Dal 2007 fu presidente dell'Advisory Board della Università Campus Bio-Medico di Roma.





