CRONACA - 03 maggio 2017, 11:51

Valdostano arrestato per rapina aggravata

Un fotogramma della rapina al portavalori

Un fotogramma della rapina al portavalori

  C'è anche un valdostano, Saverio Zampaglione, 40 anni, tra i sette arrestati nell'ambito di un'operazione condotta oggi dai carabinieri delle Compagnie di Cantù e di Aosta.

I militari hanno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e decreti di perquisizione locale emessi dall’Autorità Giudiziaria di Como nei confronti di Zampaglione e di altri sei italiani responsabili a vario titolo di concorso in rapina aggravata, ricettazione, sequestro di persona, porto e detenzione abusivi d’arma da fuoco.

Si tratta della fase conclusiva dell’indagine che, lo scorso 22 febbraio, ha già permesso di assicurare alla giustizia sei individui ritenuti gravemente indiziati della partecipazione a vario titolo in due gravi rapine commesse nell’olgiatese e nel canturino. L’inchiesta, condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile di Cantù, è nata nel mese di Novembre a seguito della rapina ai danni di due guardie particolari giurate addette al servizio di trasporto portavalori con furgone blindato dell’istituto di vigilanza “Mondialpol Vedetta 2”. Nella circostanza il commando, composto da tre rapinatori armati di pistola, aveva immobilizzato e disarmato una delle guardie, scesa dal veicolo, impossessandosi di un plico valori, contenente circa 27.000 euro, appena prelevato presso la ditta GECOTRAS s.r.l. (corrispondente dell’azienda BARTOLINI spa) di Via Cagnola di Lurate Caccivio (Co) nonché l’arma d’ordinanza dell’agente.

L’indagine si è sviluppata attraverso accertamenti tecnici che hanno permesso di localizzare sul luogo del delitto due pregiudicati, notoriamente dediti a tali tipologie di reato, risultati essere dei veri e propri basisti in grado di individuare proficui obiettivi per conto di bande di rapinatori anche non residenti in Lombardia. Il prosieguo dell’attività ha permesso inoltre di ricondurre la responsabilità materiale della rapina a un gruppo di persone giunte appositamente in Brianza per commettere il fatto, potendo contare sul supporto fornito proprio dai due organizzatori.

Su uno dei responsabili, già gravato da precedenti specifici, venivano raccolti nell’immediatezza gravi indizi di colpevolezza circa la sua partecipazione all’assalto al portavalori e pertanto veniva già nel mese di febbraio arrestato su provvedimento emesso d’urgenza dall’Autorità giudiziaria di Como anche al fine di scongiurare la reiterazione di gravi analoghi reati. Sugli altri due complici veniva effettuata un’ulteriore mirata indagine che, nella mattinata odierna ha visto il suo epilogo.

L’organizzazione inoltre ha potuto beneficiare delle notizie divulgate da una guardia particolare giurata dello stesso istituto di vigilanza, anch’egli addetto al medesimo servizio di trasporto di preziosi, che in contatto con gli organizzatori ha fornito informazioni sull’obiettivo e sulle modalità del servizio svolto dai suoi colleghi. A lui è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari già nella prima parte dell’operazione.

Nell’ambito dell’inchiesta, inoltre, veniva accertato che uno dei due basisti è stato l’organizzatore e il mandante della rapina in villa commessa in data 21 gennaio u.s. ai danni di due anziani di Novedrate (Co), entrambi commercianti, che sono stati sequestrati per circa un’ora, legati, imbavagliati e percossi all’interno della loro casa da un gruppo di tre persone, a volto coperto e armate di pistola che si è impossessato della somma di 5.500 euro, intero ricavato giornaliero dell’attività di tabaccheria delle vittime, rubando inoltre la loro utilitaria a bordo della quale si davano alla fuga.

Gli operanti sono riusciti a individuare da subito due dei tre responsabili che venivano arrestati; in seguito, gli accertamenti hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza sul terzo malvivente, nonché appurare la presenza di un pregiudicato con funzione di “palo”, che, posizionato nei pressi della tabaccheria della vittima ha avvisato i correi del suo imminente ritorno a casa e ha fornito gli elementi informativi interni all’abitazione avendo effettuato poco tempo prima alcuni lavori di ristrutturazione.

Nel corso delle perquisizioni delegate lo scorso 22 febbraio nell’area boschiva adiacente all’abitazione di uno dei due basisti della rapina al portavalori, venivano rinvenute due pistole con silenziatore e un fucile a canne mozze, la cui paternità, grazie alla meticolosa indagine dei militari dell’Arma, veniva accertata essere proprio dei due fornitori di informazioni.

Le indagini comunque sono ancora in corso finalizzate a verificare l’eventuale coinvolgimento di tutti gli arrestati in altre rapine commesse nella zona.

info Carabinieri

SU