La cooperativa guidata da Lea Lugon, presidente della Federation des Cooperatives, si è aggiudicata l’appalto con un con un punteggio di 94,03 contro un punteggio di 73,93 attribuito alla Leone Rosso. Per una volta tanto tutti contenti. La Libellula mantiene la sua presenza nella Grand Combin e i dipendenti della Leone Rosso tirano un sospiro con l’aggiudicazione dell’appalto di Aosta.
Il meno soddisfatto è Igor de Belli sindacalista della Cgil che prima del distaccato lavorava per la cooperativa L'Esprit a L'Envers cooperativa del consorzio Trait d’Union, che ha abusato in conflitto di interessi.
Il sindacato deve difendere i diritti dei lavoratori, ma De Belli ha toppato quando ha detto, grossomodo, che negli appalti “tutto molto delicato e non voglio fare illazioni – spiega – ma il fatto che Leone Rosso si aggiudichi tre appalti consecutivi 'pesanti', quello a ribasso sugli asili della Valdigne prima gestito dalla cooperativa La Sorgente, ieri con l'appalto delle mense scolastiche di Aosta riconfermato assieme a Vivenda e ora quello sui servizi agli anziani dimostrano che molte cooperative locali non riescono più a 'stare sul mercato' rischiando di scomparire”.
La dichiarazione rilasciata ad quotidiano locale suona spudoratamente di parte (anche lui è o era un lavoratore alle dipendenze di una cooperativa che ha perso qualche appalto, ndr.) e puzza di conflitto di interessi. Ma soprattutto è sbagliata. Infatti, Leone rosso è una cooperativa locale.
Una cooperativa che forse non è molto simpatica alla sinistra cigiellina o ai cattocomunisti. E’ strano, infatti, che l’attenzione sia attratta dagli appalti aggiudicati alla Leone anche quando partecipa e vince gli appalti per servizi che già gestisce: come nel caso del servizio anziani gestito da 7 anni, se si aggiunge anche il periodo Proges.
Leone Rosso in questi anni ha perso servizi e gare importanti come Cittadella, il servizio refezioni di Introd, la micro comunità di Saint Christophe. Nessuno ha detto nulla. Forse che le cooperative aggiudicatarie hanno diritto all’assegnazione, mentre Leone Rosse deve chiudere i battenti? La cooperativa Leone Rosso per tutelare i propri lavoratori e le loro famiglie, ritenendo strategico l’ambito dei servizi alla persona, ha accettato di concorrere al bando anziani con l’intenzione reale di vincerlo nell’unica maniera possibile, ovvero quello di fare un ribasso importante (cioè dell’ 11%) annullando qualsiasi utile dallo stesso.
Per l’articolazione del bando stesso, fonte di dure e accese polemiche, altre vie non erano percorribili, chi voleva provare a vincerlo doveva giocare sul ribasso. Per la serie quando il gioco si fa pensante entrano in capo i duri. Le politiche imprenditoriali dicono che chi vuole provare a conservare un appalto, soprattutto se è il più importante dei servizi sociali nella nostra regione, è obbligatorio osare mettendo in campo intelligenze e capacità nella gestione futura del personale.
L’altro raggruppamento valdostano (un ati del quale fa parte anche una cooperativa ben conosciuta dal De Belli e altre cooperative recenti vincitrici di appalti) ha presentato un’offerta molo molto lontana dalla possibilità di vincere l’appalto. E’ sciocco non provare a vincere per poi lagnarsi di essere esclusi. Il fatto concreto è che i dipendenti dei servizi gestiti dalla Leone Rosso sono sollevati dall’aggiudicazione dell’appalto; sanno che il tutto sarà faticoso, sanno che ci sono molte incertezze per il futuro, sanno che per colpa dei tagli previsti dal bando alcuni rimarranno a casa.
Altri possono sperare che le economie di scala possano aprire la porta del lavoro. Leone Rosso, al pari di altre, forse, è una cooperativa locale, valdostana, che fino ad oggi ha pagato regolarmente gli stipendi, che esporta il suo saper fare anche in altre regioni d’Italia. E forse per questo è poco simpatica e tanti godono quando perde gli appalti ma versano la bile quando li vince.