Quante volte capita di sentir dire Presepe Si, Presepe No, o di vedere il bambino Gesù decentrato dalla scena, per fare spazio ad altri personaggi: Gesù non è più al centro del Presepe! Emarginato dalla nostra vita! Questo mondo si è “accalappiato” il Natale con tutto il suo contorno, e ha sloggiato Gesù! Ama del Natale la poesia, l’ambiente, l’amicizia che suscita, i regali che suggerisce, le luci, le stelle, i canti.
Punta sul Natale per il guadagno migliore dell’anno, ma a Gesù non pensa. Venne fra i suoi e non lo accolsero. Non c’era posto per lui nell’albergo … nemmeno a Natale, così scriveva Chiara Lubich.
Riportiamo Gesù bambino al centro del Natale, riscopriamo il significato del presepe, mettendo il bambinello al centro della scena … del mondo, della nostra vita. Tutti i personaggi del Presepe si dirigono verso la capanna, verso il Bambino, con e come loro ci mettiamo in cammino per accogliere Gesù, centro, senso, direzione e meta del nostro andare! Papa Francesco ci ricorda continuamente che Gesù è il centro, l’essenziale, venuto a mostrarci il volto del Padre, nel presepe vediamo e tocchiamo l’amore di Dio per noi. Il presepe mantiene vivo nei nostri cuori il mistero di Dio che si fa uomo […] che per noi si è fatto piccolo. Mistero grande!
Avvicinandoci alla scena del mistero, papa Francesco ci invita a fare «come se», come fossimo lì presenti, nella grotta di Betlemme.