Gli asini hanno un grandissimo pregio: non giudicano, non svalorizzano e questo mette tutti a proprio agio, inoltre riflettono e ragionano e non si imbizzarriscono né si spaventano per la loro stessa ombra.
Il rendimento lavorativo, paragonato a quello del cavallo, è notevole soprattutto date le dimensioni: necessitano di una minore quantità di cibo e di cure e hanno una resistenza fisica notevole, alcune volte persino troppo sfruttata.
Bambini ed adulti, si trovano più a loro agio con l’asino perché non essendo imponente e nobile come il cavallo, non mette in soggezione; è caldo e ha il pelo più lungo, rado e soffice, quindi più piacevole al tatto, stimolando in tal senso la voglia di abbracciarlo e accarezzarlo.
Con delle orecchie cosi grandi, l’asino non può che esser un buon ascoltatore, difatti è molto attento alle parole e le memorizza…. facilmente!
L’asino nel mito e nel simbolo.
L’asino e il suo parente selvatico, l’onagro, sono stati al centro di alcuni sistemi sacrali. Nella storia tre sono i simboli-base dell’asino, tutti estremamente importanti: l'asino rosso del mito isiaco dell'antico Egitto (che conosciamo soprattutto attraverso il De Osiride et Iside di Plutarco), simbolo malvagio perché sacro al perfido dio Seth, poi il sacro asino (od onagro) dei popoli indoeuropei, infine l’asino-cavalcatura di dei e profeti e dello stesso Gesù nella Bibbia e nel Vangelo.
L’asino esce dal bosco accompagnando nella distribuzione dei doni anche San Nicolao (poi diventato Santa Claus) e Santa Lucia il 13 dicembre, aiutandola nel suo lavoro.
In Cina ed in India per esempio, l’asino è cavalcatura di entità celesti, di principi ed eroi. In particolare si ricorda il magico asino di Chang-Kuo-lao, uno degli otto Immortali. L'animale conduceva il suo padrone per centinaia di miglia al giorno e la sera, quando non serviva più, poteva essere docilmente ripiegato e riposto, quasi si fosse trattato di un piccolo pezzo di carta.
Presso i Caldei era messaggero di morte, la divinità che vi si presiedeva si manifestava inginocchiata su un asino, mentre i Greci lo collegavano a Saturno, in relazione con la materia, la terra, l'isolamento, la fine delle cose.
In araldica l'asino è ritenuto un animale nobile e degno di onore, simboleggia sobrietà ed umiltà. Assunto anche come emblema del popolo Ebreo.
Gli antichi ebrei ritenevano che questo animale, creato da Dio nel sesto giorno della Creazione, fosse destinato ad apparire nei momenti più solenni della loro vita religiosa. Fu così l'asino di Balaam, che servì ad Abramo per portare sul monte la legna destinata al sacrificio del figlio e condusse nel deserto la moglie ed i figli di Mosè. La valenza positiva è attestata anche dalla sua presenza in diversi momenti della vita terrena di Gesù: un asino lo riscalda nella grotta, un asino lo trasporta durante la fuga in Egitto, infine sempre un asino lo trasporta quando entra, trionfante, in Gerusalemme. Per questo la tradizione vuole che, per quest'ultimo episodio, da allora l'asino porti sulla schiena una specie di croce nera. Presenza assidua e importante nella storia umana, ebbe una parte importante nella tradizione ebraica: era designato con il termine di "Homer" che in origine significava il peso che questo animale poteva portare e che si aggirava, per i cereali, intorno ai 220 litri.
In ambiti più prosaici, altrettanto leggendario è il latte d’asina alleato di bellezza di donne come Cleopatra e, a Roma, Poppea, che usavano immergersi nel latte d’asina per conservare la freschezza della pelle.
Ritornando di nuovo ad aspetti più sacri, l’asino è simbolo di trasformazione spirituale. Apuleio, nelle sue “Metamorfosi” (nel medioevo diventate “L'Asino d'Oro"), descrive il viaggio avventuroso del protagonista trasformato in asino, che deve superare svariate prove (come Ercole), per giungere alla riconquista di sé stesso e trasmutarsi, con l'aiuto della Sapienza, in un Essere Felice. Dunque l'asino potrebbe essere proprio il simbolo di una metamorfosi che si deve compiere nella materia grezza, per elevare il nostro livello di conoscenza e coscienza.
Giordano Bruno sosteneva che l’individuo, imbrigliato in un universo complesso, fra cielo e terra, da uomo si era trasformato in asino e, secondo la visione alchemica, ieri come oggi, l’uomo può scegliere di essere divino o bestiale utilizzando gli strumenti che possiede: la mente e l’anima.
Nel medioevo simboleggiava la figura del diavolo il quale, in spoglie asinine, ragliava durante gli equinozi, dodici volte di giorno e altrettante di notte, chiamando le anime che lo avevano abbandonato (da quando cioè vide gli umani convertirsi a Dio). Anche l’arconte Typoon, che controllava diversi demoni, aveva corpo d’asino.
Accompagnava le streghe ai sabbath, dato che, pare che il diavolo abbia dato solo a lui la capacità di percorrere le mulattiere che portano ai luoghi dei riti (gli asinelli dell’asinara rimangono tutt’oggi l’unico mezzo in grado di percorrere certi sentieri).
Correlazione tra Astrologia e Asinelli.
L'asino, animale mitico, non poteva mancare nello zodiaco dove è rappresentato al centro della costellazione del Cancro dalle due stelle Asellus Borealis e Asellus Australis. Il termine latino asellus significa “asino” e le due stelle sarebbero quelle volute da Dioniso come riconoscimento dell’aiuto che questi animali offrirono a Zeus ed agli dei, nella loro lotta contro i Titani.
Gli asini erano le cavalcature dei Sileni, personaggi mitici seguaci di Dioniso che parteciparono alla battaglia, e con il loro ragliare misero in fuga i Titani che non ne conoscevano il verso e ne ebbero paura, immaginando l’arrivo di una creatura mostruosa.
Il solstizio d’estate, al tempo dei greci, ovvero quando il Sole raggiungeva il suo massimo punto nel percorso detto Eclittica ed il punto più settentrionale dell’orizzonte, cadeva nella costellazione del Cancro. Il 21 giugno era il giorno più lungo dell’anno ed anche quello in cui il Sole a mezzogiorno raggiungeva lo zenit nei territori attraversati dal Tropico del Cancro, che per questo motivo ancora oggi porta il suo nome.
I greci lo collegavano a Saturno, in relazione con la trasformazione della materia, e lo veneravano per il suo coraggio.
Fiaba sugli asinelli.
Foto e opera di Cristina Cancellara in Bois Collage-Asini (www.cristinacancellara.it)
Una volta un re accolse nella sua reggia un vecchio astrologo per consultarlo ogni volta che aveva intenzione di fare qualcosa di importante. Avendo intenzione di fare una cavalcata ma temendo le insidie dei suoi nemici, interrogò l'astrologo. Quello predisse che nessun pericolo avrebbe impedito il suo percorso. Ma un contadino, vedendo cavalcare il re per i campi, esclamò: attenzione al pericolo, re, Giove Massimo sta per scatenare una pioggia. Il re, ridendo, continuò il percorso. Ma subito le nubi oscurarono il cielo e scatenarono una violenta pioggia. Il re avrebbe perso la vita se il contadino non lo avesse condotto nel suo rifugio. Allora il re interrogò il contadino: in che modo hai previsto la pioggia? e il contadino: ho un asino che quando sta per piovere abbassa (demittit) le orecchie e strofina (fricat) il corpo ai tronchi degli alberi. Oggi ha fatto queste cose.
Leggenda sugli asinelli.
Una leggenda vuole che abbia il muso bianco dal giorno in cui Dio, sotto suggerimento degli angeli, lo invitò in Paradiso: era il più paziente e resistente tra gli animali, lo meritava; quando però l’asino arrivò davanti al Paradiso, sporse solo il muso con circospezione e vide che aveva a disposizione dei bei prati, ma che avrebbe dovuto giocare insieme ai bambini, gli scalmanati figli dei contadini che lo bastonavano e calciavano; si impuntò, allora, e non ci fu modo di convincerlo ad entrare, da allora il muso gli rimase bianco: “beato”.
GLI ASINI NEL CUORE
Esistono oltre 50 milioni di asini e muli in tutto il mondo. Molti hanno bisogno di cure e di protezione da una vita di sofferenza e di abbandono, mentre altri hanno un ruolo vitale nel garantire la sopravvivenza (e la felicità) di tanti uomini. Ciascuno di loro è il cuore di tutto ciò che facciamo al Rifugio degli Asinelli. http://www.ilrifugiodegliasinelli.org/
Nel mondo odierno, governato da logiche di potere, dove l’umanità e la solidarietà sono state fagocitate da concetti assai meno nobili e altruisti, trovo che Il Rifugio degli Asinelli rappresenti uno straordinario esempio di una possibile e, quanto mai auspicabile, rinascita di un genuino sentimento umano. Un luogo da visitare e dove condurre i nostri figli, non solo per diletto ma anche a scopo didattico, un luogo incantevole e persino un po’ magico, dove ritrovare l’armonia tra gli esseri umani ed i nostri amici animali. Un vanto del biellese di cui essere fieri ed orgogliosi alla pari di tante altre belle peculiarità della nostra terra natia.
Le bellissime foto dell’articolo sono della fotografa e responsabile stampa del Rifugio degli Asinelli,
la sig.a Rachele Totaro. Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e sono vietate la riproduzione e l’estrapolazione di parti senza la presenza di un’autorizzazione scritta.