CRONACA - 20 giugno 2016, 18:00

Il rifiuto di intimità tra coniugi giustifica separazione

La casistica dimostra che, tra i motivi che contribuiscono a decretare la fine di un matrimonio, c'è anche il rifiuto di uno dei coniugi di trascorrere con l'altro momenti di intimità

Il rifiuto di intimità tra coniugi giustifica separazione

La Cassazione, con sentenza 19112/2012 ha sancito che il rifiuto persistente di avere rapporti sia affettivi che sessuali con il coniuge rappresenta un'offesa alla dignità e alla personalità morale di quest'ultimo, provocandone frustrazione, disagio e, talvolta, anche danni all'equilibrio psicofisico.

Di conseguenza tale comportamento è idoneo a integrare una violazione del dovere inderogabile di assistenza morale sancito dall'articolo 143 del codice civile. D’altra parte più volte la giurisprudenza, su tale questione, ha riconosciuto più volte l'addebito della separazione a chi rifiuta i rapporti.

Non deve quindi meravigliare se tale comportamento, oltre che abbattere gli ultimi baluardi a sostegno di una relazione, può addirittura esserne considerato la causa fondamentale, idonea a far ricadere la colpa della fine del rapporto coniugale su chi lo pone in essere.

Di più, la Suprema Corte ha precisato che il rifiuto di intrattenere rapporti con il partner non può essere giustificato riconducendolo a una forma di reazione o di ritorsione nei confronti dell'altro, dato che esso impedirebbe "l'esplicarsi della comunione di vita nel suo più profondo significato".

fe.be.

SU