CRONACA - 21 maggio 2016, 11:06

Blitz della polizia su estorsioni e lavoro nero in azienda trasporti aostana

Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile della Questura di Aosta

Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile della Questura di Aosta

Estorsione in concorso continuata aggravata: è questo il reato per il quale sono stati rinviati a giudizio Carlo Caruso, 76 anni, e Antonio Sinigaglia (56), il primo titolare e il secondo collaboratore della ditta di trasporti Genesy di Aosta.

Le complesse e articolate indagini, coordinate dal sostituto procuratore Eugenia Menichetti, sono state condotte per mesi dalla Squadra mobile della Questura di Aosta.

Secondo gli inquirenti, Sinigaglia e Caruso, approfittando dello stato di bisogno di soggetti senza lavoro, reclutavano  più persone con funzioni di “autisti” senza alcun contratto di lavoro, sottopagandoli con cifre irrisorie di pochi euro all’ora in alcuni casi e anche gratuitamente in altri.

Venivano inoltre fatti dormire all’interno del magazzino, dove erano stipate le merci, in giacigli di fortuna, insalubri e ricavati su un soppalco in precarie condizioni igieniche. "In virtù del grave  stato di  bisogno in cui versavano -  spiega la Questura - i lavoratori venivano costantemente minacciati per accettare queste condizioni: nessuno di loro aveva altre fonti di sostentamento.

Tutta l’attività è stata minuziosamente ricostruita e documentata con registrazioni visive. La polizia ha inoltre accertato che le merci, consegnate a diversi grandi magazzini del circondario e non, oltre a diversi ristoranti valdostani, venivano stipate su mezzi non a norma, alcuni bloccati per fermi amministrativi ed altri con le celle frigo non funzionanti.

Nel mese di gennaio, coordinata dalla Procura della Repubblica, è stata condotta  una azione congiunta da personale della Polizia, Guardia di Finanza, ufficio di Igiene, Ufficio del Lavoro-Agenzia dell’entrate, che ha portato alla chiusura del magazzino della Genesy e al sequestro dei mezzi e della merce contenuta all’interno in precario stato di conservazione. Da allora l'azienda non è più operativa.

Durante un blitz della Squadra mobile, all’interno del magazzino sono stati identificati i dipendenti che vi dormivano, che hanno confermato quanto già a conoscenza delle Forze dell’ordine. 

p.g.

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