Chez Nous - 12 marzo 2016, 12:00

Palline che girano

Palline che girano

Più che quelle delle roulette le palline che girano sono quelle dei sindacalisti, dei valdostani e di chi pensava che la nuova gestione del casino di Saint Vincent fosse il toccasana di tutti i mali.

La speranza, perché ci credeva, l’aveva anche creata l’assessore regionale alle Finanze, Ego Perron. Ma suo malgrado, nell’aula del Consiglio Valle, ha anticipato che quello che un tempo era il forziere dei valdostani ora e un’eurovara che perde più di una mezza dozzina di milioni di euro all’anno. E i valdostano pagheranno.

Con l’ondivaga guida del presidente Lorenzo Sommo, e del Direttore Generale, Gianfranco Scordato, le palline nelle roulette girano molto lentamente, mentre girano a mille ai sindacalisti che il 2 marzo erano stati convocati per esaminare tre proposte di accordo: licenziamenti (circa 120 dipendenti); applicazione volontaria della legge Fornero là dove in azienda ci sono esuberi (dichiarati dall’azienda) per chi ha i requisiti; l’applicazione volontaria della naspi (Disoccupazione con licenziamento del lavoratore) per tutti i lavoratori che hanno i requisiti. Qualche giorno fa una nuova riunione.

In apertura i gestori del casinò hanno fatto girare le palline ai sindacalisti dicendo che non intendono più procedere ai licenziamenti, al contrario di quanto affermato il giorno 2 marzo. Di più hanno chiesto di spostare a fine anno i licenziamenti. Sommo e Scordato hanno poi chiesto ai sindacati di firmare accordi solo sulla Fornero e sulla naspi. Un cambio di rota - in pochi giorni - incomprensibile e che ha spiazzato i sindacati tanto più che era stato firmato il verbale della riunione del 2 marzo.

Francamente non si capisce se la nuova dirigenza ha una strategia o non ha il coraggio né la forza di sostenere le proprie posizione che sono state messe a verbale. Se tutto questo fosse vero allora significa che, in questo momento, il vero problema sono Sommo e Scordato.

Oggi, infatti, servirebbe un'azienda forte e determinata, che sa quello che vuole e sa dove vuole arrivare per uscire dalla profonda crisi in cui versa il nostro casinò che non ha prospettive né progetti credibili. I dati forniti da Ego Perron in aula sono inequivocabili: nei primi due mesi i costi di gestione nei primi due mesi del 2016 sono ammontati a circa 2,4 milioni di euro che proiettati su tutto il 2016 dovrebbero giungere a circa 14,4 milioni di euro. Ma i ricavi annui si possono stimare in circa 6 milioni di euro. In altre parole, per fine anno si può prevedere una perdita di circa 8,4 milioni di euro.

“Le azioni di contenimento dei costi – ha commentato Albert Bertin, consigliere regionale di Alpe - sono troppo esigue: serve ben altro per raddrizzare i conti di un'azienda che presenta un deficit ormai strutturale”.

Dalla loro nomina ad oggi Sommo e Scordato non hanno spostato di una virgola i risultati della precedente gestione che ha sempre seguito le indicazioni politiche. Delle due l’una: o Sommo e Scordato non sanno che pesci pigliare oppure la politica li condiziona. Prendendo per buone entrambe le ipotesi la soluzione è una sola: affidare il casinò ad una task force di esperienza e di competenza nel gioco, nel marketing, nella comunicazione, nell’amministrazione, nella gestione del personale.

Servono teste di cuoio, ma di quelle quadrate. Diversamente tra tre anni il casinò chiuderà con buona pace di chi oggi di chi le palline non riesce a farle girare nelle roulette.

Ma le palline girano comunque.

piero.minuzzo@gmail.com

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