CRONACA - 25 giugno 2015, 09:40

MORIRE PER GLI ALTRI

Giovane esperto parà del 9° Col Moschin muore in addestramento. Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, appresa la notizia del decesso del giovane Sergente ha espresso, a nome dell’Esercito e suo personale “il più profondo cordoglio e sentimenti di vicinanza ai familiari del sottufficiale”

Sergio David Ferreri

Sergio David Ferreri

Per garantire professionalità, sicurezza e affidabilità, per essere sempre al top, per far si che chi ha bisogno di aiuto e lo cerca in te, veda, guardandoti, una spalla sicura su cui potersi appoggiare, è necessario essere sempre pronti, allenarsi e addestrarsi con costanza e sacrificio.

È per addestrarsi ed essere sempre pronto ad intervenire in aiuto di coloro che ne hanno bisogno che oggi, nei cieli senesi, il Sergente trentaduenne Sergio David Ferreri (del 9° reggimento Paracadutisti d’assalto Col Moschin) si è messo in gioco lanciandosi nel vuoto con la vita appesa ad un paracadute.
Oggi però, quel paracadute che nell'immaginario comune è legato al volto di eroi temerari, ha strappato questo soldato ai suoi cari, ai suoi affetti... per sempre.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Danilo Errico, appresa la notizia del decesso del giovane Sergente ha espresso, a nome dell’Esercito e suo personale “il più profondo cordoglio e sentimenti di vicinanza ai familiari del sottufficiale”

Paracadutista esperto, aveva conseguito anche il brevetto americano di tecnica caduta libera, nonché quello di paracadutista militare portoghese e spagnolo.

Anche il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Claudio Graziano, ha espresso profondo cordoglio, a nome delle Forze Armate e suo personale, al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ed ai  familiari del Sergente Incursione sottolineando come "Addestramento, coraggio e determinazione, sono aspetti fondamentali grazie ai quali gli uomini e le donne delle nostre Forze Armate - recita una nota stampa della Difesa - operano quotidianamente da protagonisti di eccellenza in tutti i complessi scenari operativi, contribuendo in maniera fondamentale a garantire la sicurezza della collettività".

È giusto morire a 32 anni? Non esiste una risposta a questo quesito, ma sono certo che Sergio, permettetemi di dargli del tu, sia andato via felice perché stava facendo quello che più amava: addestrarsi per aiutare.

Ciao Sergio, giovane eroe, adesso voli lassù, in mezzo agli angeli e il tuo basco, quel basco amaranto che tanto amavi, da oggi è un pò più rosso, lì dentro ci sei anche tu... per sempre.

da.pa.

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