Dalla borsetta della signora in giacca di seta color cielo escono con naturalezza dieci biglietti da mille che scivolano sul tavolo e poi tra le mani veloci di Miu, la croupier. Cambiati in fiches, dieci bigliettoni entrano subito in una partita di bacarat, e si perdono. Il banco incassa ancora. La signora cinese riapre la borsetta e ripete l'operazione. E' successo molte volte l'altra notte ai 270 tavoli del casinò del Gran Lisboa.
Inizia così un bel reportage da Macao di Guido Santevecchi per il Corriere della sera di lunedì 25 agosto (pag15) sulla situazione socio-economica e politica dell'ex colonia portoghese. Situazione economica che si intreccia con i casinò ed il gioco d'azzardo.
A leggere il reportage sui casinò mi sono balzate alla mente le polemiche per una missione a Macao dai manager della Casinò de la Vallée spa. A Macao opera prioritariamente, per la gestione di clienti vip, una società con la quale la Casinò de la Vallée spa ha firmato un accordo di collaborazione.
E' appena il caso che chi all'epoca ha ironizzato sulla missione Macao si vada a leggere il reportage. Capirà che la classe non è acqua.
Nella classifica della ricchezza stillata da Banca Mondiale, Macao ha superato la Svizzera; dal 1999 l'economia di Macao è cresciuta del 557%. Un'economia basata sulle case da gioco che per importanza e gradimento hanno surclassato quelli di Las Vegas. Il miracolo economico si deve al gioco d'azzardo, seguito da un fiume di turisti-scommettitori. Ai tempi d'oro Saint Vincent era la stessa cosa. Poi l'intromissione massiccia della politica ha ridotto, negli anni più recenti, il nostro casinò, in una casa da gioco come ce ne sono tante. Per l'intromissione della politica il casinò di Saint Vincent sta alle altre casa da gioco come quelli di Las Vegas stanno a quelli di Macao.
Con un progetto di rilancio si è cercato di far rinascere Saint Vincent. E da qualche tempo i risultati si vedono. Ma l'intromissione della politica (la politica dei politichini incapaci e imbucati dalla loro stessa politica) è ancora massiccia e deleteria.
La politica dei politicanti non ha capito che la collaborazione con la società che gestisce i clienti vip dei casinò di Macao produrrà effetti positivi anche per la nostra casa da gioco, per le casse della Regione. Non capiscono, i politicanti, che potrebbe essere anche uno strumento di promozione turista in un mercato che conta milioni e milioni di giocatori che vogliono il top ed il lusso. E Saint Vincent, dopo gli ingenti investimenti, li può offrire. Basta crederci e scioperini permettendo.
Forse una gita a Macao dei nostri politichini, dei crupierini dei sindacalistini (a spese loro) sarebbe più che salutare e istruttiva; per loro.
Ma non ci vanno. Anche perché Macao è troppo lontano, anche per cultura, da Place Deffeyes.





