Erano appartati all’ingresso est del centro storico di Aosta. Vale a dire al bar che si affaccia sul piazzale dell’Arco Augusto. Hanno confabulato a lungo. Per almeno un’ora a partire dalle ore 9. In tanti li hanno visti ma nessuno è riuscito a sapere cosadi cosa hanno parlato Ennio Pastoret, presidente dell’Uv, e Raimondo Donzel, capogruppo del Pd alla Regione.
Forse hanno parlato della crisi che da 50 giorni blocca il Consiglio Valle. Forse hanno parlato delle elezioni europee di domenica prossima e sulle quali l’Uv non ha ancora dato indicazioni ai suoi elettori. Forse hanno parlato di future alleanze politiche. Forse hanno parlato di tutto questo e di altro ancora.
O forse l’incontro è stato propedeutico a quello che la delegazione del Pd avrà la settimana prossima con l’Uv per discutere delle priorità che deve affrontare il Consiglio Valle e sulle possibili soluzioni allo stallo.
Sicuramente è stato un incontro tutt’altro che occasionale visto è avvenuto all’indomani dalla notizia che in un incontro con Casaleggio, Stefano Ferrero, capogruppo M5S, avrebbe ricevuto un secco ‘nicht‘ (no in tedesco visto che Grillo ha detto di essere oltre Hitler) a qualsivoglia appoggio ad un governo regionale. La notizia non ha però avuto conferma perché per due giorni Ferrero è risultato irreperibile (quanto meno a noi di aostacronaca.it, impossibile trovarlo all’ufficio gruppi altro che presenti tutto il giorno), mentre il suo compagno di partito, Roberto Cognetta, non ha smentito la notizia ma ci ha invitati a sentire l’introvabile capogruppo. La notizia diffusa da Aostacronaca è stata, però, retwittata dall’Osservatorio 5 stelle.
L’opposizione Alpe, Pd e Uvp deve prendere atto che per costruire una nuova Giunta regionale può contare solo su 15 voti. Una presa d’atto che già frullava nella testa dell’opposizione che ha avuto reazioni molto diverse: dall’autocritica di Jean Pierre Guichardaz (Pd) alle minacce di Alessia Favre che ha annunciato di fare i nomi dei camaleonti, vale a dire i Consiglieri regionali dell’Uv che hanno alimentato le speranze di un ribaltone ma che poi hanno fatto retromarcia. Gli stessi Consiglieri sono stati definiti da JP Guichardaz “personaggi che fino a prova contraria si credeva avessero un onore”.
Per contro nell’editoriale pubblicato sul Peuple Valdotain on line, pubblicato in altra parte di aostacronaca.it, Pastoret scrive: “Le Groupe de l’Union Valdôtaine a réaffirmé son unité et sa participation aux activités politiques indispensables, à savoir l’analyse et la priorité des urgences à résoudre”. E aggiunge: “A partir de la nous sommes cependant convaincus qu’il est indispensable d’arriver à définir une majorité stable qui puisse planifier un parcours programmatique adapté aux exigences actuelles, qui sont assez différentes de celles que l’on envisageait il y un an seulement. Il est évident qu’un tel parcours ne peut pas être accompli en solitude avec des numéros restreints, dans un climat conflictuel”.
Pastoret lamenta poi che in questi giorni di crisi “nous avons assisté à une sorte d’ordalie progressive qui s’est produite dans les médias, sur les socials networks et un peu partout dans les lieux de travails plutôt que dans les cafés. Des sentiments personnels ont été touchés et piétinés, des personnes en dehors de toute question politique ont été mises en cause. L’affaire des enquêtes sur les coûts de la politique est devenue aussi l’occasion pour prétexter des règlements de comptes offensants et injustes sur facebook ou sur twitter”.
E ancora: “Il faut que le sens de responsabilité que l’on demande aux élus soit aussi partagé par d’autres, en tout premier par ceux qui pensent exorciser les difficultés en devenant des hooligans de l’une ou de l’autre partie politique. D’ailleurs je constate par contre la progressive assomption de responsabilités de la part des protagonistes de la politique. Des signaux positifs commencent à s’entrevoir. On commence à se parler et à partir de là on constate que, parfois, certaines rigidités se sont souvent produites en conséquence d’incompréhensions qu’on aurait pu peut-être éviter”.
Il Pastoret-pensiero deve però fare i conti con le aspettative dei valdostani che oggi più di ieri si informano, vuole dire la sua, chiede risposte precise e urgenti. La politica e i politichini non hanno capito che i tempi sono cambiati; non hanno capito che la rete è un formidabile strumento per scambiarsi opinioni e non solo per “indottrinare” come pensa qualcuno.
Non a caso Pastore scrive nel suo editoriale: “Nos concitoyens et la Communauté toute entière nous regardent. Celui-ci est le moment d’avoir le courage d’assumer d’énormes responsabilités. Les catégories de la majorité et de l’opposition auxquelles nous avions l’habitude de faire référence devront et pourront être dépassées par l’obligation d’aborder et résoudre les difficultés exceptionnelles qui se profilent à notre horizon”.
Parole sante. Ma non si deve perdere di vista il risultato elettorale del 26 maggio 2013. Si deve tenere conto che non si possono porre pregiudizi sulle persone.
Gli uomini d’onore, a partire da Marco Vierin, il più votato della Stella alpina a Leonardo La Torre, ultimo eletto dell’Uv, devono ricordarsi che il 47,90% li ha delegati a governare in coalizione. Solo il 40,50% si è espresso a favore del raggruppamento Alpe, Pd e Uvp.
Questo hanno detto gli elettori, indipendentemente da quello che si sono detti Ennio Pastoret e Raimondo Donzel.





