Fare funzionare di nuovo i vecchi 'beurgo', i filarelli della lana ancora presenti in alcune case valdostane, e soprattutto riportare in auge un antico 'savoir faire' che si è perso nel giro di pochi decenni. Questo lo scopo dell'iniziativa 'Dalla pecora al maglione', organizzata dall'Associazione regionale allevatori valdostani-Arev e dalla Biblioteca intercomunale 'Abbé Henry' a Valpelline, con la collaborazione dell'azienda 'The Wool Box' di Biella, che lavora da molti anni in Italia per creare posti di lavoro nel settore tessile domestico, in cui la formazione, la manodopera e il lavoro sul territorio costituiscono elementi fondamentali.
L'appuntamento è per giovedì 8 maggio, alle ore 20.30 nella sala polivalente di Doues. “Il progetto è già ampiamente avviato – spiega una nota dell'Arev - con il nome 'ItaLana'. La materia prima c'è: da anni l'Arev sezione ovicaprina si impegna nel recupero e nella valorizzazione della nostra lana locale”. L'idea è quella di creare in Valle un gruppo di persone motivate che aderiscano al percorso 'Dalla pecora al maglione'.
“Vi sono importanti ricadute sul nostro territorio - spiega il comunicato – perché l'argomento interessa diversi settori: agricoltura (coltivazione di piante da fibra tessile e tintorie), allevamento (valorizzazione razze ovine locali), artigianato (recupero di attrezzi in legno della nostra tradizione). Filare e lavorare la lana non è un'attività da veillà, per fare contenti i turisti: può essere un hobby, certo, ma può anche trasformarsi in una vera e propria arte, se non una possibilità di integrazione di reddito, con la realizzazione di manufatti, capi d'abbigliamento in lana, fatti con materia prima di pregio, unica al mondo”.





