Così dice il Signore: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio,perché egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore (Gl 2, 12-13). Ritornate al Signore: ecco il vero ed unico scopo della Quaresima.
Tutti - siamo sinceri - ci allontaniamo da Lui, perché tutti abbiamo peccato (cfr Rm 3, 23). Nessuno deve avere paura perché il Signore è misericordioso, di grande amore. Riscopriamo la presenza di Dio, facciamogli spazio dentro di noi: ci guarisce dalle ferite della vita, provocate dai nostri peccati, ma anche dalle situazioni che abbiamo patito da innocenti, ferite sempre inferte dal male che agisce in noi e attorno a noi e genera sofferenza.
Ritorniamo al Signore: egli è misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore. Da parte nostra, accogliendo la sua misericordia, pentiamoci sinceramente e correggiamo le storture che ci compromettono con il male e che ci appesantiscono, ci rendono tristi e rendono più faticose le relazioni con gli altri, in famiglia, in società e nella comunità ecclesiale. Questo percorso di riscoperta dell'amore misericordioso di Dio e di conversione passa attraverso la preghiera, il digiuno e l'elemosina. Sono realtà grandi alle quali dobbiamo dare un volto concreto. Per questo suggerisco a me stesso e a voi tutti - se lo volete - un cammino pratico:
1) Per imparare a pregare di più, proponiamoci di coltivare la memoria della presenza di Dio nella nostra vita dedicando tre brevi momenti alla recita dell'Angelus, al mattino, a mezzogiorno e alla sera. È un modo semplice per qualche minuto di raccoglimento, faccia a faccia con il Signore, e per meditare la sua Parola che si fa Carne e diventa vita nostra.
2) Per fare spazio a Dio e ai fratelli dentro di noi, proponiamoci seriamente il digiuno non solo il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, ma ogni venerdì di Quaresima. Sentire un po' i morsi della fame (che tormentano tante persone nel mondo e anche vicino a noi) ci può aiutare a vincere le durezze del cuore e ad aprire gli occhi sulle sofferenze e i bisogni altrui. Destiniamo alla Quaresima di fraternità quanto togliamo alla nostra mensa.
3) Per imparare a condividere, mettiamo in programma un gesto di carità personale o familiare che nasca da una vera rinuncia e che aiuti effettivamente una persona o una famiglia nel bisogno. Papa Francesco ci suggerisce di guardare a Gesù che da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà (2 Cor 8, 9). Accogliamo il dono di grazia e di amore di Gesù ed imitiamolo spogliandoci per venire incontro «a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale ...
La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell'elemosina che non costa e che non duole» (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2014).





