Cene e pranzi costosi a base di crostacei e ottimi vini, anche in ristoranti romani, da 80 fino a 100 euro a persona e poi viaggi in Inghilterra e a Bruxelles, versamenti su conti correnti personali senza pezze giustificative, contributi previdenziali volontari per la pensione, bigiotteria, fiori, magliette da sport e vestiti comprati in negozi e banchi del mercato, regali per matrimoni, strenne natalizie per amici e collaboratori, motorini, angurie, carne di capra come di maiale...C'è di tutto nelle fatture e negli scontrini pagati dai consiglieri regionali della 13esima Legislatura con i soldi pubblici destinati all' attività politica dei Gruppi consiliari.
Lo ha rivelato il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, nel corso della conferenza stampa organizzata nel suo ufficio per illustrare alcuni dettagli dell'inchiesta sulle spese irregolari effettuate con i fondi pubblici destinati ai Gruppi consiliari della 13esima Legislatura 2008-2013.
Centinaia di migliaia di euro recepiti in cinque anni dai Gruppi consiliari Uv, Pd, Alpe, Stella Alpina, PdL e Fédération Autonomiste, per gran parte dei quali, ha spiegato il procuratore, “ci auguriamo che gli indagati possano fornire riscontri chiari ed esaustivi a movimenti bancari più simili a quelli di un'azienda che di un gruppo politico. Da quest'inchiesta è emersa molta confusione tra l'attività del gruppo consiliare e quella del partito. Spesso i fondi del gruppo venivano usati per finalità di partito". Coinvolti nell'inchiesta vi sono: 12 esponenti del Pd, 6 Alpe, 5 Uv, 4 Pdl, 4 Stella alpina e 2 della Fédération. I consiglieri regionali indagati sono: Gianni Rigo (ex consigliere), Raimondo Donzel e Carmela Fontana del Pd; Francesco Salzone, Dario Comé (entranbi ex consiglieri), Adré Laniece e Marco Vierin (Stella Alpina); Robert Louvin, e Giuseppe Cerise (ex cons.) Patrizia Morelli e Albert Chatrian (Alpe); Claudio Lavoyer (ex cons. Federation autonomiste), Leonardo La Torre passato all'Uv; del Pdl sono indagati tutti gli ex consiglieri: Enrico Tibaldi, Cleto Benin, Alberto Zucchi e Massimo Lattanzi. Diego Empereur è l'unico ex consigliere regionale dell'Uv indagato.
Vi sono poi esponenti di partito, in particolare del Pd. Il procuratore in questi giorni ha notificato tutti gli avvisi di conclusione indagini. Dalla data del ricevimento dell’atto, gli indagati hanno 20 giorni di tempo per presentare al magistrato inquirente memorie difensive o richieste di interrogatorio. “Credo che data la mole di lavoro, oltre 11 mila pagine di riscontri e documenti – ha detto il procuratore Mineccia - le richieste di rinvio a giudizio non potranno essere formulate prima delle fine di marzo. Per quattro o cinque indagati potrebbe essere chiesta l'archiviazione a fronte di reali chiarimenti di spesa”.
Per tutti gli indagati l'accusa è di peculato e di finanziamento illecito ai partiti. Vi è poi l'accusa di indebita percezione di erogazioni pubbliche”. Questo capo d'accusa è stato formulato – ha spiegato il maresciallo Pasquale Giordano, dell'aliquota della Guardia di finanza della procura – perchè abbiamo riscontrato che nonostante avessero ottenuto fondi dagli stessi gruppi regionali per finanziare le proprie testate d'informazione politica, alcuni editori dei giornali di partito hanno chiesto alla Regione contributi per l'editoria negando di aver già ottenuto altri fondi”.
“Vorrei tanto che chi ha sbagliato prendesse coscienza del proprio errore: il denaro dei cittadini deve essere speso per la collettività non per scopi personali o del proprio partito, tantomeno per finanziare campagne elettorali”, ha ricordato il procuratore Mineccia, precisando che “le accuse fino ad oggi sono circostanziate e fondate: abbiamo lavorato su riscontri oggettivi. Pd, Alpe e Uv hanno consegnato molta documentazione per giustificare le loro spese, il Pdl anche ma deve chiarire dove sono finiti 120.000 euro, Federation autonomiste ha qualche spesa giustificata oltre al giornale, Stella alpina ha giustificato pochissime spese. In questo quadro, poi, ci sono state anche appropriazioni personali".
L'indagine è nata nell'ottobre del 2012, dopo che la nostra testata aveva pubblicato alcune rendicontazioni di spese sostenute dal Pd, che a sua volta le aveva pubblicate sul sito internet del partito.
“L'aver reso note le spese sostenute – ha spiegato il procuratore - può costituire attenuante di buona fede, ma non esime dal giudizio penale se le stesse spese sono, come a noi risulta, irregolari perchè effettuate con denaro pubblico”.




