CRONACA - 24 gennaio 2014, 18:02

INCHIESTA GRUPPI: Venticinque indagati tra consiglieri regionali e dirigenti di partito

Abbiamo raccolto dati significativi e puntuali - ha spiegato il procuratore Marilinda Mineccia - adesso dovremo esaminare ancora alcune posizioni per vedere se ci saranno altri indagati'. Presto l'invio degli avvisi di garanzia

L'ingresso del Palazzo di Giustizia di Aosta

L'ingresso del Palazzo di Giustizia di Aosta

Sono 25 gli indagati dalla procura di Aosta nell'ambito dell'inchiesta sui costi della politica. Alle accuse di peculato e finanziamento illecito dei partiti si è aggiunta anche quella di indebita percezione di contributi pubblici.

A breve - come confermato dal procuratore Marilinda Mineccia - altre posizioni saranno vagliate. Oltre a consiglieri regionali della passata legislatura (di tutti i gruppi) nell'inchiesta sono coinvolti anche segretari di partito e editori di giornali politici.  Le ultime iscrizioni nel registro degli indagati sono state fatte oggi.

"Abbiamo raccolto dati significativi e puntuali - ha spiegato il procuratore - e adesso devo esaminare ancora alcune posizioni per vedere se ci saranno altri indagati. Per alcuni casi credo comunque che ci sarà spazio per chiarimenti da parte dei diretti interessati".

Nelle prossime settimane saranno firmati gli avvisi di conclusione indagini ex articolo 415 bis e inviati gli avvisi di garanzia. Successivamente gli indagati potranno chiedere di essere interrogati "per giustificare eventuali addebiti e avendo a disposizione tutti gli atti", ha spiegato il pm. La prima fase dell'inchiesta - condotta dalla guardia di finanza della sezione della polizia giudiziaria - ha interessato gli anni 2009-2011, la seconda il 2012.

Il finanziamento illecito ai partiti riguarda tutti i sei gruppi consiliari (Pd, Pdl, Union valdotaine, Federation autonomiste, Stella alpina e Alpe). Oltre alle spese dei singoli consiglieri, l'inchiesta si è occupata anche dei contributi ai giornali di partito. In alcuni casi - secondo gli inquirenti - le testate 'politiche' avrebbero percepito indebitamente un doppio contributo, dallo Stato e dalla Regione.

"La situazione però - ha precisato il procuratore - non è uguale per tutti. Abbiamo ancora delle valutazioni da fare". L'inchiesta era stata avviata nell'ottobre del 2012. A dare lo spunto era stata la pubblicazione su internet del bilancio del gruppo consiliare del Partito Democratico in cui erano emerse alcune irregolarità. Poi le indagini si erano estese anche agli altri gruppi consiliari

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