“Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera”. Con la breve e toccante citazione della poesia di Salvatore Quasimodo, un amico di Francesco Nex ha introdotto, questa mattina, venerdì 28 dicembre nella cappella funeraria del cimitero di Aosta, le esequie del pittore valdostano morto la notte di Natale all'età di 92 anni.
“Essere qui oggi ad accompagnare l'ultimo viaggio di Nex è doloroso – ha commentato l'artista e artigiano Bobo Pernettaz – ma altrettanto giusto e doveroso nei confronti di un uomo, un personaggio unico e genuino, che ha saputo dare tanto alla Valle d'Aosta, dedicando la sua vita all'arte e all'onestà intellettuale”. Ai funerali di Nex hanno preso parte diversi personaggi del mondo artistico, culturale e intellettuale valdostano; si è però anche notata l'assenza di alcuni pittori e scultori locali che a Nex devono forse parte del loro percorso e sviluppo artistico.
Le esequie sono state accompagnate dalla musica del duo di flauti Sugiyama, di Rémy Boniface e di Louis de Jyaryot. L'attività di ceramista di Francesco Nex, punto cruciale della sua carriera dagli anni Cinquanta, e di pittore su seta, riscosse successo anche fuori dai confini della Valle d'Aosta. Le sue opere sono state esposte in diverse mostre, personali e collettive, tra le quali la 54/a Biennale di Venezia e la mostra "Regioni e Testimonianze d'Italia 1861-2011. L'Unità dell'arte Italiana nella diversità delle Regioni", nel Complesso del Vittoriano a Roma. La sua ultima grande retrospettiva era stata organizzata al museo Archeologico di Aosta nel 2004.
Il Presidente della Regione Augusto Rollandin ha ricorda Nex esprimendo a nome del Governo regionale, la tristezza “per la perdita di un artista che ha saputo interpretare, in modo del tutto personale, con la sua maestria, il suo sguardo acuto e il suo senso critico, la storia e l’identità della Valle d’Aosta”. Nel 2007 l'artista aveva ricevuto l’onorificenza di “Chevalier de l’Autonomie.
“Nex ha sempre mantenuto un grande attaccamento per le sue origini - ha detto Rollandin - e nelle sue tele ha riprodotto con grande dignità il mondo rurale così come ha dato spazio ad eventi e personaggi della nostra storia. Amava molto la montagna e con il suo lavoro ha fatto conoscere la Valle d’Aosta, anche al di là dei nostri confini. Con lui perdiamo non solo un grande artista ma anche un uomo di vasta cultura e di profondi valori.”