Per i piccoli risparmiatori non è così, almeno da quanto previsto nella legge di stabilità, dove si conferma l’importo minimo di 34,2 euro all’anno per le cifre fino ai 17.100 euro investiti.Questa cifra rende l’imposta non progressiva e colpisce chi ha risparmi più contenuti e ha deciso di investirli: su 10.000 euro l’importo reale della tassa non è lo 0,2%, ma lo 0,342%. Su 5.000 euro l’importo reale sale addirittura allo 0,684%.
Altroconsumo ha scritto oggi al Presidente del Consiglio Letta, al ministro dell’Economia Saccomanni e ai capigruppo della Camera perché sia abolito l’importo minimo della tassa previsto fino ai 17.100 euro, rendendolo così progressivo rispetto alla somma investita.
Alcuni esempi: iImporto reale annuo della tassa 5.000 euro 34,2 euro pari allo 0,684%; 10.000 euro 34,2 euro pari allo 0,342%; 15.000 euro 34,2 euro pari allo 0,228%; 20.000 euro 40 euro pari allo 0,2%; 50.000 euro 100 euro pari allo 0,2%; 100.000 euro 200 euro pari allo 0,2%.
Nella legge di stabilità sono quindi previste penalizzazioni per chi può investire cifre inferiori a 17.100 Euro. Altri esempi calcolati dagli esperti di Altroconsumo: investimento in BoT 12 mesi Rendimento al netto delle tasse 5.000 euro -0.08%; 10.000 euro 0.26%; 50.000 euro 0.40%. In questo caso i cittadini che hanno deciso di prestare 5.000 euro allo Stato, non solo non incasseranno nulla di interessi, ma subiranno perdite con il solo pagamento delle tasse (calcoli fatti sulla base del rendimento annuale del BoT nell’ultima asta).
Altro esempio sul Conto Arancio (Il più diffuso tra i conti di deposito): Investimento in Conto Arancio per 12 mesi Rendimento al netto delle tasse 5.000 euro 0.12%; 10.000 euro 0.46%; 50.000 euro 0.60%. In questo secondo caso, con l’importo minimo del bollo, chi investe 5.000 euro in Conto Arancio ha un rendimento pari a circa un quinto di chi può investire dieci volte tanto.
L’importo minimo previsto nell’attuale testo della legge di stabilità colpisce in modo particolare gli investitori con minore disponibilità economica e rischia di diventare vessatorio e anticostituzionale. Altroconsumo ne chiede l’eliminazione a tutela dei piccoli risparmiatori.