“Anche a livello regionale la crisi non è passata e la nostra situazione è molto preoccupante. I vari settori sono in crisi, dal commercio sino ad arrivare all’industria, all’edilizia, ai trasporti, al gioco, alla forestazione tanto per citarne alcuni. Arriviamo sempre più velocemente a ottobre, periodo in cui si dovrà discutere il bilancio regionale e dei tagli su cui ci confronteremo, probabilmente anche nei settori ai quali ci sentiamo i più vicini quali il sociale e la sanità”. L’analisi è dell’esecutivo della Cisl Valle d’Aosta.
“La continua crescita della disoccupazione, con un aumento della disoccupazione di lunga durata e con un incremento della disoccupazione giovanile è un segno inconfondibile del momento di crisi che stiamo passando.
La caduta seppur rallentata del Pil nazionale e soprattutto la previsione ancora vicina allo zero per il 2014 fanno presagire – si legge nel documento della Cisl - una crescita lenta che non ci permette di superare le attuali difficoltà economiche”.
Il sindaco sottolinea ancora che “l’instabilità politica nazionale che vede anche in queste ore un Governo sempre più indebolito e ostaggio della vicenda giudiziaria di Berlusconi e delle lotte intestine del PD fanno pensare ad una resa dei conti da fare tra schieramenti e all’interno dei partiti a prescindere dagli interessi dell’Italia.
Il Governo nazionale non è riuscito a fare una nuova legge elettorale, ha varato un pacchetto lavoro che non dà risposte immediate causa la decretazione attuativa molto lunga ed elaborata; si è perso nei meandri dell’Imu e dell’Iva come se questi fossero i problemi principali del paese, è stato capace di bloccare ulteriormente la contrattazione nel pubblico impiego ferma da più di tre anni”.
Per Cisl Valle d’Aosta “Noi abbiamo bisogno di risolvere altri problemi quali il finanziamento della Cassa integrazione in deroga, il confronto sulla riforma previdenziale, il nodo della flessibilità del pensionamento, la riduzione del peso fiscale diretto a lavoratori e pensionati. Riteniamo indispensabile recuperare risorse con l’efficienza della spesa pubblica, diminuendo i costi della politica per sviluppare lavoro, lavoro senza il quale viene meno la dignità dell’uomo e della donna”.





