CRONACA - 24 settembre 2013, 16:04

SCOMPARSA ERIKA: legali di famiglia, 'la giovane Ansermin è stata assassinata'

Mentre il Tribunale di Aosta non ha ancora dichiarato la morte presunta, gli avvocati degli Ansermin stanno valutando di chiedere alla Procura di Aosta l'apertura di un fascicolo per omicidio volontario, ipotesi sempre sostenuta dagli inquirenti dei carabinieri

La giovane aostana Erika Ansermin

La giovane aostana Erika Ansermin

“Non appena il Tribunale di Aosta dichiarerà la morte presunta di Erika Ansermin, a nostra volta chiederemo alla Procura di aprire un fascicolo penale contro ignoti per l'accusa di omicidio volontario: noi siamo tuttora convinti che la ragazza non sia scomparsa ma sia stata uccisa”.

E' quanto Valledaostaglocal ha appreso nei giorni scorsi dagli avvocati torinesi Stefano Castrale e Federico Morbidelli, che assistono Carla Lazanio, madre adottiva di Erika Ansermin, la 27enne aostana di origine coreana di cui si è persa ogni traccia dal 20 aprile 2003, quando la sua Fiat Panda fu ritrovata poco distante dal ponte di Avise. Lo scorso luglio, a dieci anni e tre mesi dalla scomparsa di Erika, è stata proprio la madre a chiedere al Tribunale di Aosta la dichiarazione di morte presunta.

La Procura precisa di “non aver ancora ricevuto da parte degli avvocati istanze di modifica del fascicolo d'inchiesta su Erika Ansermin, ma questo non significa che da parte degli inquirenti non vi sia la disponibilità a valutare e riprendere eventuali e diversi filoni d'indagine”. L'ipotesi di omicidio volontario, secondo gli avvocati, troverebbe conferma nel corposo fascicolo penale '478/03-794/07 – scomparsa e presunto omicidio Erika Ansermin' dei carabinieri di Aosta, che per oltre quattro anni hanno indagato sulla pista della morte violenta per mano di persone molto vicine alla vittima.

Erika è stata vista l'ultima volta poco dopo le 12:20 del 20 aprile 2003, al Blockbuster di Saint-Christophe, alle porte di Aosta. Da lì era ripartita sulla Panda di famiglia diretta a Courmayeur, per il pranzo pasquale con il fidanzato e i familiari di lui, ma le sue tracce si persero ad Avise, dove venne ritrovata l'auto. Un enigma per il quale gli inquirenti hanno battuto le piste più diverse: dalle ricerche nel torrente Dora Baltea, vicino al quale fu trovata l'auto della donna, alla rincorsa delle segnalazioni di avvistamenti anche fuori dall'Italia.

Ma è soprattutto sul possibile omicidio di Erika, che si sono concentrate negli anni gli accertamenti dei carabinieri. Dell'ipotesi era assolutamente convinto l'allora comandante del Nucleo radiomobile di Aosta Luigi De Ciutiis, che con ogni mezzo - dalle intercettazioni telefoniche alle ricerche nei database su scala internazionale - scandagliò ripetutamente dal 2003 al 2005 gli ambienti professionali e familiari, le amicizie e la vita più intima di Erika, prima di essere trasferito da Aosta ad altra sede di Comando. Ed erano convinti dell'esistenza di un assassino in libertà anche i sottufficiali collaboratori di De Ciutiis, che ancora nel 2010 mantenevano 'vivo' l'originario fascicolo penale con ulteriori annotazioni investigative inviate alla Procura di Aosta: indizi, interrogatori, ricostruzioni di avvenimenti, 'tessiture' di una trama che, però, non hanno mai costituito una prova certa.

Di sicuro, dall'1 al 19 aprile del 2003, ovvero sino al giorno prima di scomparire, Erika aveva manifestato a diverse persone a lei vicine i propri timori circa il suo stato di salute. E aveva cercato, poche ore prima di scomparire nel nulla, di contattare telefonicamente un giovane turco con il quale in precedenza aveva avuto una relazione sentimentale. 

patrizio gabetti

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