Ci sono i breviari, la Regola e le Costituzioni delle clarisse. Ci sono i fazzoletti, i cilici e gli strumenti di penitenza, i sandali e la tonaca, frammenti della corona, del velo e del cingolo, il crocifisso, ma anche diversi oggetti di uso quotidiano adoperati dalle monache nel secolo scorso: brocche d'acqua, scaldamani, campanelli, secchielli, traccole in legno, clessidre, acquasantiere, vassoi in paglia, mortai di pietra. Oltre a numerose e storiche immagini che documentano momenti e personaggi importanti nella vita recente dell'ordine.
C'è tutto questo nel museo allestito dalle clarisse di Albano e dedicato alla venerabile suor Maria Chiara Damato, vissuta nel monastero della cittadina laziale nella prima metà del Novecento. Il percorso espositivo accompagna il visitatore in un itinerario originale alla scoperta di questa figura ma anche del modo di vita delle monache di clausura che seguono le orme di Chiara d'Assisi. Ed è stato proprio l'11 agosto, festa liturgica della santa, che il museo, dopo due anni di intenso lavoro coordinato da Ilaria Carocci, è stato inaugurato dal vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro.
Pochi giorni dopo, le monache hanno avuto l'occasione di presentare l'iniziativa a un ospite di eccezione, Papa Francesco, che il 15 agosto si è recato al monastero intrattenendosi per circa tre quarti d'ora con la comunità e sostando in preghiera presso il sarcofago dell'anno Mille che custodisce le spoglie incorrotte della religiosa, morta il 9 marzo 1948, della quale è in corso il processo di canonizzazione.
Ma chi era suor Maria Chiara Damato? Per comprenderlo è necessario fare un salto indietro nel tempo: precisamente all'inizio del 1944, quando, dopo lo sbarco degli alleati ad Anzio, per il territorio dei Castelli romani ebbe inizio un periodo di duri bombardamenti, con le popolazioni costrette a pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane. Non vennero risparmiate né abitazioni civili, né ospedali, né monumenti, né luoghi religiosi, compresi i conventi e i monasteri di clausura.
Anche la "perfetta letizia" delle figlie di santa Chiara d'Assisi era profondamente segnata da questo clima di guerra. Ad Albano Laziale, il monastero dell'Immacolata Concezione, fondato nel 1631 da suor Francesca Farnese, contava allora 33 monache.