“Il maltempo non può essere la causa dell'incidente, il livello di acqua in quel tratto della Dora Baltea mercoledì era medio; e non è stata certo un'eventuale imperizia delle guide a rovesciare il gommone: si è trattato di una fatalità”.
Lo dice Davide Alemanni, responsabile della formazione delle guide della Federazione italiana di Rafting. Riferendosi all'incidente che ha causato la morte per annegamento di Paolo Repetto, 47 anni, assistente della polizia stradale di Ovada, rimasto vittima ieri nell'alta Valle d'Aosta di un incidente di rafting.Repetto stava scendendo in gommone lungo la Dora di Pre-Saint-Didier, ma è stato sbalzato violentemente nell'acqua.
Tra i primi a cercare di raggiungerlo e soccorrerlo sulla riva del fiume c'era lo stesso Alemanni: “Ha nuotato per 700, anche ottocento metri nella corrente - spiega il formatore delle guide – ha fatto quello che in gergo si definisce un 'bagno lungo', l'eccessivo, prolungato sforzo probabilmente gli è stato fatale”.
La morte per annegamento di Repetto è certificata dal medico legale che ha effettuato l'esame autoptico sul corpo. Il pm Luca Ceccanti ha rilasciato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia. In molti si interrogano sulla reale pericolosità di quel tratto della Dora, già teatro in passato di altri incidenti. “Al di là di quanto accaduto circa un mese fa - spiega Alemanni - quando un canoista fai-da-te ha perso la vita in un punto non distante dalla disgrazia di ieri, a memoria d'uomo si deve risalire a oltre ventidue anni fa per registrare un incidente di rafting nella Dora dell'alta valle”.
Secondo l'esperta guida “l'acqua mercoledì non era né alta né particolarmente agitata, i due gruppi che erano insieme a Repetto hanno prima effettuato discese di preparazione, molto semplici, poi hanno affrontato un tratto più veloce, ma sempre in sicurezza, e c'era una guida per gommone”. Con la vittima c'erano dieci persone, tra cui alcuni amici e colleghi; tutti sono caduti nelle acque vorticose, ma sono stati recuperati illesi. Repetto è stato estratto dall'acqua privo di conoscenza e i sanitari del 118 hanno cercato a lungo di rianimarlo prima di constatare il decesso.
Danilo Barmaz, presidente della Federazione di Rafting, ricorda che anni fa erano stati realizzati lungo la Dora in alta valle due salti artificiali, che il tempo e l'acqua hanno però velocemente demolito, lasciando al loro posto degli affossamenti verso il letto del fiume. Anche secondo Barmaz, comunque, quello in cui è avvenuto l'incidente può essere considerato “un tratto veloce, ma non particolarmente difficile”.