Con una lieve riduzione delle condanne che erano state inflitte in primo grado (undici anni di carcere per entrambi) , ma con la conferma dell'accusa di ‘concorso in omicidio colposo’ si e' concluso oggi il processo d'Appello ai due giovani aostani che il 3 dicembre 2011, a Torino - dove si erano recati in auto per acquistare della droga - travolsero una famiglia che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali, uccidendo il figlio, Alessandro Sgro', di 7 anni.
I giudici torinesi hanno quantificato la pena in 10 anni e 8 mesi per Alessandro Cadeddu, che era alla guida, e a 9 anni e 6 mesi per Francesco Grauso, il passeggero proprietario dell’auto, che fu poi trovata nel suo garage dagli inquirenti della polizia locale.
L'incidente si verifico' verso sera, in corso Peschiera. L'accusa in aula e' stata sostenuta dal procuratore generale Gianfranco Burdino, che per Grauso aveva chiesto una riduzione di pena da 11 a 8 anni,motivando lo sconto di pena con il fatto che Grauso (che da allora ha dato ampi e concreti segni di sincero pentimento) era stato il passeggero dell'auto pirata, e non il conducente.
Di altro avviso è stato il collegio giudicante, ritenendo valida la tesi di primo grado secondo la quale Grauso non aveva fatto nulla per impedire l'accaduto e poi si era nascosto con l'amico cercando di fare sparire l'auto, e quindi meritava la medesima pena. E’ quasi certo, riferiscono fonti accreditate,che gli avvocati difensori dei due imputati ricorreranno in Cassazione.