Le palestre di roccia valdostane le aveva salite tutte dall'età di 6 anni; i 'climber' professionisti parlavano di lui come di un enfant prodige, un campione destinato a diventare uno degli scalatori più forti di tutti i tempi. Forse il migliore di tutti.
Ma il destino ha scritto una storia diversa per Tito Traversa, 12 anni, di Ivrea, la promessa italiana dell'arrampicata caduto martedì scorso da un'altezza di 20 metri mentre saliva una parete a Orpierre, in Francia. Tito è morto all'ospedale di Grenoble dopo tre giorni di coma irreversibile. Lo hanno confermato i genitori, Giovanni Traversa e Barbara Sirio, che hanno deciso di donare gli organi del figlio.
A soli 12 anni Tito era già due volte campione italiano e due volte mondiale di arrampicata sportiva nella sua categoria. Lunedì era partito da Torino con altri allievi della scuola Beside, destinazione Francia, per alcuni allenamenti. Martedì aveva cominciato il riscaldamento su una parete verticale a Orpierre.
I suoi istruttori hanno riferito che in quell'occasione Traversa aveva utilizzato attrezzatura non sua. Alcuni dei 'rinvii' - fettucce moschettonate attraverso cui far scorrere le corde di sicurezza - avevano improvvisamente ceduto e il ragazzo era caduto da un'altezza di 20 metri, battendo violentemente il capo. Un trauma fortissimo, che gli aveva causato il coma. Nella sera di venerdì 5 luglio, il cuore di Tito Traversa non ha più retto.





