Sembra un paradosso, eppure viviamo in un’epoca in cui il silenzio deve essere difeso per non perdere il proprio significato primordiale. Le nuove generazioni, grazie anche all’utilizzo della rete, al diffondersi dei social network ed alla possibilità di avere accesso immediato ad un archivio illimitato di informazioni, sono tempestate da una quantità inimmaginabile di stimoli, spinte dall’irrefrenabile impulso di conoscere e di condividere in una giostra di parole, immagini e pensieri.
In questo circo virtuale di legami e di conoscenza superficiale ed invasiva, il silenzio spaventa. Il silenzio infastidisce e spesso diventa più assordante dell’espressione verbale di un giudizio, di un pensiero. Le persone, i contesti sociali, la famiglia non si aspettano e non sono in grado di affrontare il silenzio: tutti necessitano di un giudizio, di un’opinione, di un pensiero compiuto per poterlo smontare, deviare, ricomporre, approvare, contraddire, valutare, contestare.
Il silenzio è qualcosa di intangibile, di non valutabile, che protegge e nasconde i pensieri e le idee. E’ qualcosa che non si può prevedere, non esistono archivi che possano interpretarne il significato. Così il genere umano, per difendersi da questo nemico inattaccabile, ha scelto di attribuirgli accezioni negative, sminuendone la portata ed il valore.
Il silenzio diventa complicità. Il silenzio diventa conferma del mentire. Il silenzio diventa omertà. Il silenzio è sinonimo di arroganza.
Il silenzio è ignoranza e denota una mancanza di idee. Il silenzio è pochezza di spirito. Il silenzio è incapacità di relazionarsi con il prossimo.
Il silenzio è malessere.
Quante di queste espressioni avreste attribuito anche voi al silenzio di qualcuno? Sono sicuro più di una. Provate invece ad osservare il silenzio da un’altra prospettiva; io ho imparato che non solo è d’oro, come ci ricorda il famoso proverbio popolare. Il silenzio è coerenza.
Il silenzio è ascolto di sé stessi. Il silenzio è rispetto del prossimo. Il silenzio è ricerca.
Il silenzio è accettazione degli altri. Il silenzio è amore.
Il silenzio è creazione di pensieri, di idee.
Chi cerca disperatamente di rompere il silenzio di qualcuno, sta cercando l’arma per trovare un appiglio a pensieri e giudizi, a cui aggrapparsi. Ecco perché il silenzio è potere. Lo ricorda bene Mahatma Gandhi, in un pensiero dal significato illuminante: “Il rumore non può imporsi sul rumore. Il silenzio sì”.