CRONACA - 07 giugno 2013, 17:26

BIMBO UCCISO: In Appello pubblica accusa chiede riduzione pena per Grauso e conferma condanna per Cadeddu

Da sinistra Alessandro Cadeddu e Francesco Grauso

Da sinistra Alessandro Cadeddu e Francesco Grauso

Al termine della requisitoria in Corte di Appello al tribunale di Torino, è stato lo stesso procuratore generale Gianfranco Burdino a chiedere una riduzione della pena da 11 a 8 anni per il giovane valdostano Francesco Grauso, 27 anni, già impiegato all'Ufficio del lavoro di Aosta, dov'è residente.

Grauso Era a bordo dell'auto pirata (risultata essere poi la sua stessa vettura) che nel dicembre 2011 uccise a Torino il piccolo Alessandro Sgro' di 7 anni, mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali insieme ai suoi genitori (anche il padre rimase gravemente ferito). 

Come riferito da fonti presenti in aula, il procuratore generale ha motivato la richiesta di riduzione di tre anni di pena detentiva con il fatto che Grauso (che da allora ha dato ampi e concreti segni di sincero pentimento) era stato il passeggero dell'auto pirata, e non il conducente. Il magistrato ha invece chiesto la conferma della pena a 11 anni per Alessandro Cadeddu, che si trovava al volante e non si era fermato dopo l'incidente.

Dal canto suo Claudio Strata, legale della famiglia Sgrò, ha commentato a un giornalista dell'Ansa: “Sono sorpreso, non riesco a comprendere le motivazioni della richiesta di uno sconto”. “Per noi – aggiunge l'avvocato - si tratta di un caso che merita pene vicine ai massimi per tutti coloro che vi hanno partecipato. I genitori di Alex soffrono ancora per quanto e' avvenuto e oggi non hanno avuto la forza di presentarsi in aula”.  

Cadeddu e Grauso, erano stati condannati in primo grado per omicidio colposo pluriaggravato e senza il riconoscimento di attenuanti. Il pomeriggio del 3 dicembre 2011 si erano recati a Torino con la Renault Clio di Grauso per acquistare della droga. Sfrecciando in in corso Peschiera, superarono tre auto che si erano fermate e travolsero l'intera famiglia – papà, mamma e bambino residenti a Caselle Torinese - che stava attraversando sulle strisce pedonali dopo avere accompagnato Alessandro in un negozio di giocattoli in vista del Natale. Il bambino morì sul colpo, il padre rimase per molti mesi in coma in ospedale, riportando danni permanenti, la madre si ruppe una gamba. I due automobilisti andarono ad acquistare la droga da un fornitore e poi tornarono ad Aosta. Furono arrestati solo un mese e mezzo dopo dalla polizia municipale di Torino. La vettura, ancora ammaccata, era stata ritrovata nascosta nel garage di Grauso.

La sentenza di primo grado, scritta dal gup Rosanna La Rosa, aveva costituito un precedente giudiziario, equiparando le posizioni dei due pirati della strada. Nelle motivazioni, il giudice aveva infatti sostenuto che, anche se al volante c'era Cadeddu, Grauso non aveva fatto nulla per impedire l'accaduto e poi si era nascosto con l'amico cercando di fare sparire l'auto, e quindi meritava la medesima pena. Il nuovo verdetto sara' pronunciato il prossimo 9 luglio dal collegio della Corte d'appello presieduto dal giudice Luciano Grasso. 

patrizio gabetti

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