Cosa manca all’Italia? Tra le tante cose, sicuramente il senso civico della sua popolazione, la cultura del bene pubblico e della cosa pubblica. In Italia, purtroppo, quello che è di tutti non è di nessuno e si può deturpare, sporcare, distruggere.
Ma qual è l’origine di questo continuo degrado che colpisce trasversalmente tutte le fasce d’età? Sicuramente la mancanza di modelli, di esempi, di educazione in famiglia e fuori dalla famiglia, di riconoscimento dei ruoli e delle gerarchie. I genitori che difendono a spada tratta i figli ignoranti come loro per un 4 a scuola non fanno altro che screditare l’insegnante, l’istituzione scolastica e mettono sullo stesso livello il ruolo del professore e quello dell’alunno, innescando un pericoloso sconfinamento che elimina e distrugge le barriere del rispetto.
I genitori che in una partita di calcio tra pulcini esultano per l’infortunio dell’avversario più pericoloso, altro non sono che dei beceri ultrà che stanno allevando potenziali bambini sopravalutati e sicuramente meno dotati del “nemico da abbattere”. Ah come ci manca l’anno in caserma, speso lontano da casa – magari a fare buchi inutili da ricoprire – durante il quale si imparava a conoscere l’Italia, le culture delle altre regioni, a farsi il letto, a lavarsi, a rispettare i maggiori di grado, senza alle spalle una famiglia pronta a difendere oltre ogni contraria evidenza il piezz’e core.
Già! Ma se per prime le istituzioni a non svolgere il loro ruolo?





