Certo è che Leonardo La Torre non poteva scegliere momento peggiore per assumere la guidare dell’assessorato regionale alle Finanze. Infatti non ci sono più soldi. Valdostani! Non c’è più trippa per gatti. Valdostani! I soldi sono finiti e a forza di raschiare il barile è rimasto senza fondo. Questa è la nuda e cruda verità. Sono disponibili solo i fondi già impegnati per il resto i cordoni della borsa rimangono chiusi. Chi ha avuto ha avuto chi deve prendere forse prenderà.
Il prossimo bilancio regionale sarà da lacrime e sangue. Tutto questo è quanto è riuscito a fare il mitico governo tecnico di Monti che ha compiuto alcune manovre belle pesanti, l’ultima a luglio quando la Regione aveva già approvato i propri conti e quindi ha vincolato i fondi ingessando così le disponibilità finanziarie. Due manovre che hanno messo sul lastrico la nostra Regione alla quale, oltre a togliere i fondi, la band Monti si è fatta prima promettere la restituzione di ben 200 milioni di euro entro il 2017. E così è che i mancati trasferimenti e, nel caso specifico della Valle, anche i tagli aggiuntivi che il Ministero ha apportato alla nostra Regione senza tenere conto dello Statuto, rendono la situazione economico-finanziaria drammatica, perché priva di liquidità utile a fronteggiare le nuove esigenze. Un’assurdità, visto che la Regione ha bloccati oltre 200 mln di euro in virtù del Patto di stabilità.
Ma di tutto questo le forze politiche chez nous paiono assenti. Chi è all’opposizione in Valle (Pd) è in maggioranza a Roma e quindi tace perché ha approvato i tagli senza colpo ferire. C’è chi, come il Pdl è in maggioranza a Roma e a Place Deffyes e quindi non può aprir bocca. Alpe, prima forza di opposizione a Place Deffeyes, è ben felice dei tagli per dimostrare che la Giunta Rollandin non è in grado di contrastare il Governo. E L’Uv tace. Per molto meno gli unionisti avrebbero raccolto firme e organizzato manifestazioni. Un tardivo ricorso alla Corte Costituzionale è poca cosa vista la gravità della situazione. Ora tutti tacciono. Vietato destabilizzare. Di più, il sindacato, pressoché inesistente in Valle, non sa che pesci pigliare. Nel frattempo si perdono pericolosamente i posti di lavoro anche in Valle.
Monti ha imposto tagli orizzontali, verticali, diagonali, in modo scriteriato e indistinto e quindi incapaci di intervenire puntualmente sugli sprechi che proseguono alla grande; peggio che nella Prima e Seconda Repubblica. Giustamente il senatore Antonio Fosson ha evidenziato che i tagli montiniani sono “profondamente lesivi delle autonomie speciali in quanto il metodo adottato prevede nuove e sproporzionate tasse per la nostra regione senza alcuna intesa come previsto dal nostro statuto, dai recenti accordi finanziari e dalla legge sul federalismo fiscale”. Da parte sua il deputato Roberto Nicco ha ''La volontà pervicace e centralista di imporre unilateralmente i propri diktat'' ed il decreto “non è un esempio di leale collaborazione alla luce del comma 3 dell'art. 16, in cui, nel disporre le nuove riduzioni di spesa per le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano si fa sì cenno alle procedure previste dall'articolo 27 della legge 42/2009, forse proprio per tentare di prevenire un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale, ma si dispone poi, furbescamente, un accantonamento coattivo delle stesse somme a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali che inficia e vanifica un virtuoso confronto di merito''.
Parole! Parole! Parole! Fatti nessuno da nessuno. La casta non patisce la crisi né la revisione della spesa. La nostra casta non ha più nemmeno la voglia di copiare quello che fanno gli altoatesini. E poi c’è chi osa dire che il nostro Governatore è un accentratore. E’ un accentratore perché al momento nessuno è in grado di prendere iniziative, proporre progetti, promuovere azioni forti. Tutti impegnati a difendere la poltrona in scadenza.