Il 73% degli italiani è preoccupato per lo scarso apprendimento scolastico, il 69% per il rischio di dipendenza da smartphone e tablet (quelli che permettono la didattica a distanza). Il 65% indica il rischio di isolamento e di riduzione della vita sociale. E il 49% identifica disuguaglianze legate al Covid.
Gli Italiani e la povertà educativa minorile nell’era Covid” è l’indagine condotta da Demopolis per Con i Bambini, società senza scopo di lucro nata per attuare i programmi del Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile in Italia.

La diffusione della povertà educativa è un fenomeno grave per il 91% degli italiani. E il 90% degli italiani oggi ritiene importante le azioni di contrasto alla povertà educativa minorile.
Lo studio è stato lanciato in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che si celebra oggi 20 novembre, individua l’urgenza di intervenire sulla povertà educativa minorile studiando l’impatto della crisi pandemica sui più giovani e la sua interpretazione da parte dell’opinione pubblica. È proprio questo il momento in cui restituire rilevanza sociale e centralità ai più piccoli, come risorsa della comunità intera.
I dati dell’indagine da una parte ci confortano sull’attenzione che gli italiani pongono al tema della povertà educativa e soprattutto sulla percezione che sia un fenomeno che deve interessare tutti, non solo la scuola e non solo la famiglia, ma l’intera comunità educante . Dall’altra, l’indagine fa emergere anche nella percezione e nel vissuto di genitori, famiglie, associazioni che questa emergenza di fatto sta aumentando una serie di divari già esistenti, sia sociali che territoriali.
La pandemia ha eroso lo spazio di bambini e adolescenti. Li ha isolati. Ha fermato la scuola. Ha aggravato le disuguaglianze già esistenti. La povertà educativa minorile diventa un’emergenza.
A pagare il prezzo degli effetti a lungo termine dell’emergenza Coronavirus saranno i più piccoli: ne sono convinti oggi i due terzi degli italiani – si legge nella ricerca – Con le limitazioni imposte dall’urgenza sanitaria di contenere la pandemia e con la sospensione traumatica della continuità scolastica, gli spazi fisici e prospettici, ma anche le risorse materiali e immateriali intorno ai minori si sono drasticamente ridotte: molto alto si profila il costo sociale ed evolutivo imposto ai minori dal Covid-19.
Le preoccupazioni più diffuse
Di cosa sono preoccupati gli adulti quando pensano alle conseguenze della pandemia su bambini e adolescenti?

Il 73% cita lo scarso apprendimento scolastico, preoccupazione cresciuta significativamente (+20 punti) rispetto alla precedente rilevazione dello scorso anno, anche in ragione della prolungata chiusura delle scuole – si legge nello studio – Il 69% stigmatizza la dipendenza da smartphone e tablet, dispositivi che hanno vissuto processi di ulteriore “sdoganamento”, fino ad essere a disposizione anche dei bambini più piccoli, con l’affermazione della didattica a distanza».
