ECONOMIA - 29 dicembre 2025, 15:27

Contratto scuola, la frattura sindacale resta: perché la CGIL dice no

Sul CCNL “Istruzione e Ricerca” 2022–2024 si consuma una spaccatura sindacale. La FLC CGIL Valle d’Aosta, primo sindacato del comparto secondo ARAN, conferma la non firma: aumenti giudicati insufficienti, inflazione non recuperata e una scelta rivendicata come coerente con il mandato delle lavoratrici e dei lavoratori

Mauro Tamporin, segretario FLC CGIL Valle d'Aosta (Vda)

La partita sul nuovo contratto nazionale del comparto “Istruzione e Ricerca” non si chiude con una firma unanime. Accanto alle organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto l’intesa con l’ARAN, pesa la posizione della CGIL, che non ha firmato il contratto pur essendo, secondo le ultime rilevazioni ARAN, il sindacato più rappresentativo a livello nazionale. Un elemento che non può essere liquidato come marginale e che merita di essere integrato nel quadro complessivo del dibattito.

In Valle d’Aosta la linea è chiara e viene ribadita senza ambiguità. La FLC CGIL conferma la propria contrarietà alla sottoscrizione definitiva del CCNL 2022–2024, giudicato inadeguato sia sul piano economico sia su quello della valorizzazione professionale. «La nostra non firma è una scelta coerente con il mandato emerso dalla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori», scrive la segreteria regionale, richiamando una decisione già assunta lo scorso 5 novembre, quando l’organizzazione aveva bocciato l’ipotesi di accordo.

Il nodo centrale resta quello salariale. Secondo la FLC CGIL, il contratto non recupera la perdita di potere d’acquisto subita nel triennio, stimata in circa due terzi a causa dell’inflazione. Un dato che pesa come un macigno in un settore già storicamente penalizzato. L’aumento medio previsto in busta paga, tra i 110 e i 185 euro lordi mensili, viene giudicato insufficiente, anche perché comprende somme già erogate come indennità di vacanza contrattuale. In concreto, gli arretrati per il biennio 2024–2025 si riducono a poco più di una mensilità aggiuntiva, «del tutto incapace di compensare l’aumento del costo della vita», con un’inflazione che ha toccato il 17%.

Accanto alla questione economica, il sindacato denuncia una mancata valorizzazione della professionalità del personale scolastico, a fronte di cambiamenti organizzativi sempre più profondi che investono scuole, istituti e università. Il contratto, secondo la CGIL, non riconosce adeguatamente l’evoluzione del lavoro e delle responsabilità, limitandosi a una risposta minima e difensiva.

La FLC CGIL Valle d’Aosta rivendica inoltre il metodo seguito, sottolineando il percorso di consultazione e confronto con le assemblee dei lavoratori. «Il sindacato ha agito nel pieno rispetto di un esito vincolante, che non poteva essere disatteso», viene ribadito, respingendo implicitamente l’idea di una scelta ideologica o isolata.

Lo sguardo è già rivolto al prossimo triennio contrattuale. L’auspicio è che le trattative si aprano in tempi rapidi e con risorse finalmente adeguate all’andamento inflattivo, capaci di colmare il divario retributivo che separa il comparto istruzione dal resto della pubblica amministrazione. «È necessario valorizzare la crescente professionalità di tutto il personale», sottolinea la CGIL, ricordando come la scuola stia attraversando una fase di trasformazione profonda senza un adeguato riconoscimento economico.

La chiusura è politica, e non potrebbe essere altrimenti. «La non firma – conclude la FLC CGIL Valle d’Aosta – vuole essere un messaggio chiaro a un Governo che ha scientemente programmato il taglio delle retribuzioni di oltre 1,3 milioni di lavoratrici e lavoratori», tra i più penalizzati del pubblico impiego. Una presa di posizione che riapre il confronto non solo sul contratto, ma sul ruolo stesso della scuola e sulla scelta, tutta politica, di investirvi oppure no.

je.fe.