A sedici anni dall’ultimo restyling e proprio nell’anno in cui celebra ottant’anni di attività, Confcommercio rinnova la propria identità visiva. Il nuovo logo istituzionale della Confederazione è stato presentato il 10 dicembre a Roma e segna l’avvio di una fase di rinnovamento che guarda al futuro senza recidere il legame con la storia e i valori fondanti dell’organizzazione.
La nuova identità, che comprende anche una denominazione più essenziale, nasce dall’esigenza di adottare un linguaggio visivo moderno, immediato e riconoscibile, capace di dialogare con le nuove generazioni di imprenditori e con un sistema economico in continua trasformazione. Un cambiamento che non riguarda solo l’estetica, ma il ruolo stesso di Confcommercio nell’economia e nella società italiana, sempre più chiamata a interpretare le sfide dell’innovazione, della digitalizzazione e della sostenibilità.
«Siamo stati concreti nella quotidianità, ma con lo sguardo presbite di chi sa che il futuro è sempre dietro l’angolo», ha spiegato il presidente Carlo Sangalli. «Il nuovo logo, lineare, essenziale e moderno, non è solo un esercizio estetico: è il segno visibile di una grande organizzazione che traguarda il domani senza perdere le sue radici e cerca di essere ancora più riconoscibile, leggibile e innovativa».
Un messaggio che risuona anche nei territori, a partire da quelli a statuto speciale come la Valle d’Aosta, dove il commercio, il turismo e i servizi rappresentano un pilastro fondamentale dell’economia locale. Qui Confcommercio svolge da decenni un ruolo di rappresentanza e di supporto alle imprese, chiamate a confrontarsi con sfide specifiche: la montagna, la stagionalità, la frammentazione del mercato, ma anche le opportunità offerte dalla qualità, dalla prossimità e dall’identità territoriale.
La storia di Confcommercio affonda le radici nel dopoguerra. L’organizzazione nasce a Roma il 29 aprile 1945, dopo due convegni preparatori a Napoli e Reggio Calabria, come organo di collegamento di 38 associazioni provinciali e nazionali, prevalentemente del Centro-Sud. Il processo di unificazione con le associazioni del Nord, guidato da Amato Festi, porta già nel 1946 alla piena adesione delle realtà settentrionali e alla sua elezione come primo presidente.
I primi anni sono segnati dalla ricostruzione postbellica, dalla moralizzazione della categoria e dal consolidamento della rappresentanza del commercio. Nei decenni successivi, sotto le presidenze di Giovanni Maria Solari, Sergio Casaltoli e Giuseppe Orlando, Confcommercio evolve progressivamente in una grande organizzazione politico-sindacale del terziario, ampliando il proprio raggio d’azione al turismo e ai servizi.
Con Francesco Colucci, a partire dal 1987, il terziario viene promosso come motore dello sviluppo economico, mentre negli anni Novanta, sotto la guida di Sergio Billè, Confcommercio consolida il proprio ruolo pubblico e istituzionale. Dal 2006, con Carlo Sangalli, si apre una fase improntata alla trasparenza, alla riforma statutaria e alla modernizzazione, con una crescente attenzione ai processi di innovazione e trasformazione economica.
Un percorso lungo ottant’anni che oggi si riflette anche in un nuovo simbolo. Un segno grafico che cambia, ma che continua a raccontare una storia fatta di imprese, territori e comunità. Una storia che, dalla dimensione nazionale, arriva fino alle realtà locali come la Valle d’Aosta, dove il futuro del commercio passa ancora una volta dalla capacità di coniugare tradizione e cambiamento.