Il settore dell’igiene urbana chiude l’anno con un’intesa che evita il braccio di ferro nazionale. Le segreterie di Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno infatti annunciato il raggiungimento dell’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL dei servizi ambientali 2025/2027: un passaggio atteso da oltre un anno e che porta con sé una risposta concreta sul fronte salariale, normativo e della produttività. La firma, comunicata dopo l’ultimo ciclo di trattative, ha fatto venir meno le ragioni dello sciopero nazionale confermato nelle scorse settimane e ha comportato l’annullamento dell’incontro odierno programmato in Confindustria VDA.
L’intesa prevede un valore economico complessivo pari a 307 euro, distribuito fra componenti salariali e interventi sul sistema normativo di settore. Nel dettaglio:
47 euro legati alla riforma parziale del sistema di classificazione
250 euro di incremento del trattamento economico complessivo (TEC)
217 euro di aumento del TEM per la posizione 3A in cinque tranches:
15 euro dal 1° luglio 2025
86 euro dal 1° gennaio 2026
36 euro dal 1° gennaio 2027
40 euro dal 1° agosto 2027
40 euro dal 1° dicembre 2027
18 euro destinati alla produttività contrattuale (ERAP)
15 euro in welfare contrattuale
10 euro come valore economico delle 10 ore di ROL aggiuntive per gli assunti dopo il 1º gennaio 2017
A copertura del 2025 è inoltre prevista una Una Tantum da 100 euro.
Il comparto dei servizi ambientali, composto da aziende pubbliche, partecipate e soggetti privati che operano nella raccolta dei rifiuti, nella gestione dei servizi igienici territoriali, nei centri di riuso e riciclo, è da tempo sotto pressione per tre fattori:
carenza di personale e difficoltà di reperimento, soprattutto nelle aree montane e periferiche;
incremento dei costi energetici e logistici, che ha inciso sui bilanci dei gestori e sugli appalti;
crescita della produttività richiesta alle imprese, in un contesto di transizione ecologica e obiettivi PNRR, che spingono su raccolta differenziata, digitalizzazione e decarbonizzazione dei mezzi.
Non a caso, la riforma della classificazione professionale era nel mirino da tempo: nuovi profili, mansioni legate al ciclo dei rifiuti digitale, addetti alla sicurezza nei cantieri mobili, tecnici per i sistemi di tracciamento e pesatura. Settori che fino a ieri non erano pienamente riconosciuti nel contratto.
Il venir meno dello sciopero è un passaggio cruciale perché il blocco del servizio avrebbe impattato direttamente sulla gestione dei rifiuti urbani in pieno avvio del periodo invernale, con i flussi turistici già in crescita e le città alle prese con eventi natalizi.
Per le regioni autonome e i territori montani – dove i servizi hanno costi più elevati e un’organizzazione più complessa – una cornice contrattuale definita significa prevedibilità economica e meno tensioni negli appalti pubblici, grande nodo degli ultimi anni.
L’accordo, pur ancora in ipotesi, offre quindi un segnale di stabilità: un contratto triennale che mette risorse sul tavolo, aggiorna le mansioni ai tempi e affronta il tema produttività in modo strutturale, anziché emergenziale.