il rumore delle sirene non è più soltanto la colonna sonora dei momenti drammatici: è diventato quasi parte del paesaggio sonoro quotidiano della Valle d’Aosta. Nei primi undici mesi del 2025 gli interventi dei Vigili del fuoco valdostani sono stati 2.886, pari a otto al giorno. Un balzo significativo rispetto ai 2.031 dello stesso periodo del 2024. “Non è solo un numero — ha spiegato il comandante del Corpo valdostano, Stefano Perri — è la fotografia di un territorio che cambia e che richiede risposte sempre più rapide e competenze sempre più specializzate”.
I dati sono stati resi noti questa mattina alla caserma Erik Mortara di Aosta durante le celebrazioni di Santa Barbara, la patrona dei Vigili del fuoco e di tutte le professioni esposte al rischio. Una cerimonia che ha richiamato istituzioni, ex appartenenti al Corpo e tanti cittadini, con la deposizione della corona ai Caduti e la messa celebrata da Don Giuliano Reboulaz, che nella sua omelia ha ricordato “il silenzio di chi serve e non appare, ma salva vite tutti i giorni”.
Diminuiscono gli incendi — 215 quest'anno contro i 247 del 2024 — che rappresentano solo il 12,4% del totale. Ma aumentano le situazioni di emergenza più complesse: 647 soccorsi e salvataggi, 140 interventi per danni da acqua, 99 incidenti stradali, 67 dissesti statici e strutturali. Quasi un terzo degli interventi avviene ad Aosta (30%), seguita da Courmayeur (5,9%), realtà esposte sia al traffico turistico sia a rischi naturali legati alla montagna e al clima.
Perri ha sottolineato come il contesto stia cambiando: “La montagna è maestra, ma sa essere severa. Eventi meteo improvvisi, bombe d’acqua, gelo anomalo o caldo fuori stagione: tutto si traduce in nuove criticità. Il clima sta cambiando e noi dobbiamo correre più veloce dei problemi”.
Un Corpo che corre, ma che studia anche: 10.247 ore di formazione solo quest’anno, fondamentali in una regione che, con il 70% del territorio sopra i 1.500 metri, convive con il rischio idrogeologico e con infrastrutture esposte alla fragilità. Una regione piccola nei numeri — 122mila abitanti — ma enorme nelle sfide: dalla viabilità in quota alle gallerie, dalle frane alle colate detritiche, dalle aree industriali alle vallate isolate nei mesi invernali. In proporzione alla popolazione, la Valle d’Aosta è tra le regioni con la più alta incidenza di interventi di soccorso in Italia.
Durante la cerimonia ha preso la parola anche il presidente della Regione, Renzo Testolin, che ha riconosciuto il ruolo centrale del Corpo: “I Vigili del fuoco sono un presidio di sicurezza e comunità. Non si limitano a spegnere incendi: proteggono case, strade, famiglie. Sono dove nessuno vorrebbe essere e arrivano quando nessun altro può farlo”.
Momento particolarmente sentito quello dedicato al personale che ha concluso il proprio servizio. Consegnati gli attestati ai pensionati Ottavio Bianquin, Danilo Bionaz, Salvatore Coriale — già comandante della caserma — e Alfio Torrisi. “Sono pezzi di storia — ha detto Perri — e chi va in pensione lascia sempre una caserma più ricca di esperienza, di consigli, di umanità”.
Tra applausi, divise stirate alla perfezione e volti emozionati, resta però sul tavolo il tema che ha attraversato sottotraccia tutti gli interventi: l’aumento delle emergenze non rallenta. E in una regione che vive tra tunnel, vallate e cantieri infiniti, prevenire costa, ma non prevenire costa sempre di più.
Perché dietro ogni numero, ogni sirena, ogni intervento, c’è qualcuno che aspetta ai piani alti del suo condominio o sul ciglio di una strada innevata. E qualcuno che parte, senza sapere come tornerà. Ma sapendo perché lo fa. Sempre.