Nel pomeriggio di oggi, lunedì 1° dicembre 2025, l’aula consiliare ha riaperto le sue porte agli studenti con la ripresa ufficiale del progetto Portes Ouvertes. A inaugurare la nuova fase dell’iniziativa è stata la II A dell’indirizzo “Costruzioni, ambiente e territorio” dell’Istituto Manzetti di Aosta, accompagnata dalle docenti Marina Aiello e Federica Zilio. Un ritorno atteso, quasi un piccolo rito civico, che riafferma il valore della scuola come ponte tra formazione teorica e vita pubblica.
Ad accogliere la classe è stato il Presidente del Consiglio regionale, Stefano Aggravi, che ha sottolineato la portata dell’iniziativa con parole semplici ma pesanti: «Sono molto contento che il progetto Portes Ouvertes riparta. È un’iniziativa a cui tengo particolarmente, perché ci permette di avvicinare il Palazzo ai giovani, aprendo le porte dell’Aula consiliare e offrendo agli studenti un’occasione concreta per conoscere da vicino il funzionamento delle istituzioni.» Non un discorso di circostanza, ma un invito a guardare la politica come qualcosa di vivo, tangibile, perfino quotidiano.
La visita si è trasformata presto in un percorso a tappe che ha toccato la storia dell’Assemblea legislativa, i suoi meccanismi interni, il ruolo degli eletti, i rapporti con il territorio. Un viaggio che – per ragazzi abituati a vedere la politica come un’eco lontana, spesso filtrata da social e frammenti di notizie – ha rimesso in primo piano l’idea che le istituzioni non siano un luogo astratto, ma una casa di vetro che appartiene anche a loro.
Il momento più significativo è arrivato con la simulazione dei lavori consiliari. Per un pomeriggio, i banchi dell’aula si sono riempiti della voce dei giovani: nei panni dei Consiglieri regionali, gli studenti hanno discusso un tema concreto e vicino al loro quotidiano, l’autogestione dell’orario scolastico. Una prova di dialogo, responsabilità e confronto che ha mostrato quanto la politica, se resa accessibile, possa diventare uno strumento educativo potente.
Portes Ouvertes, in fondo, serve esattamente a questo: far capire che la partecipazione non nasce a 18 anni, ma molto prima; che la democrazia non si impara sui manuali, ma osservando chi la pratica; che la società ha bisogno di cittadini formati non solo tecnicamente, ma anche consapevoli. Oggi la II A del Manzetti ha fatto un passo in quella direzione, uscendo dall’aula scolastica per entrare in un’altra aula, quella dove si decide il futuro della Regione. E dove, chissà, qualcuno di loro potrebbe tornare un giorno non da visitatore, ma da protagonista.