Aosta Capitale - 01 dicembre 2025, 13:38

Qualità della Vita, Aosta accelera: +4 posizioni e un ritorno tra le eccellenze nazionali

La Capitale valdostana torna vicino alla fascia delle città italiane dove si vive meglio, mentre la nuova indagine nazionale del Sole 24 Ore ridisegna la geografia del benessere nel Paese

La fotografia annuale scattata dalla Qualità della Vita del Sole 24 Ore — arrivata ormai alla trentaseiesima edizione — racconta un’Italia che continua a dividersi tra territori in piena accelerazione e altri ancora impantanati nelle solite fragilità. E in questo scenario complesso Aosta, sulla spinta della Giunta Nuti, si rimette in moto, recupera quattro posizioni e sale al tredicesimo posto assoluto: non ancora nella top ten, ma decisamente in vista, e soprattutto con una traiettoria che invita a guardare avanti.

Quest’anno il podio è tutto alpino: Trento, Bolzano e Udine guidano la classifica, seguite da un Nord che non lascia molto spazio agli altri. Bologna è quarta, Milano ottava, ma a sorprendere sono anche province più piccole come Bergamo, Treviso, Verona, Padova e Parma: tutte nella top ten, tutte con performance che confermano un modello di sviluppo competitivo, solido, capace di attrarre investimenti e persone.

Le grandi città, spesso appesantite da problemi strutturali, quest’anno rialzano la testa: Roma guadagna 13 posizioni, Genova 11, Torino almeno una. È un segnale interessante, perché indica che, nonostante le disuguaglianze e le contraddizioni interne, i grandi centri stanno tornando a giocare un ruolo strategico sul piano economico e culturale.

Poi c’è il Sud, che resta agganciato in coda alla classifica. Cagliari è la prima provincia meridionale e si ferma al 39° posto, mentre Reggio Calabria chiude la graduatoria per il secondo anno consecutivo. Qui il ritardo non è più solo statistica: è un divario strutturale che continua a produrre disuguaglianze profonde, nell’accesso ai servizi, nel lavoro e nella qualità dello spazio urbano. Un tema nazionale, che a questo punto richiede un coraggio politico che da troppi anni non si è visto.

Nel quadro generale, il piazzamento di Aosta assume un valore diverso: non solo un numero, ma una conferma del ruolo che una piccola realtà autonoma può giocare quando riesce a mettere a sistema i suoi punti di forza. La città cresce in “Cultura e tempo libero”, segno che gli investimenti — piccoli o grandi — in eventi, spazi e strutture stanno generando un effetto percepibile. E migliora in “Giustizia e sicurezza”, dove la dimensione ridotta, combinata con servizi efficienti, continua a rappresentare un vantaggio competitivo.

Bene anche “Ricchezza e consumi”, indice di una comunità che mantiene una capacità di spesa stabile e un tessuto economico che, pur tra mille sfide, non perde vitalità. In altre parole, Aosta conferma di essere una città che vive di equilibri delicati ma virtuosi: non enorme, non perfetta, ma capace di garantire una qualità quotidiana che molte grandi città possono solo invidiare.

E forse il dato più interessante è proprio questo: mentre l’Italia si spacca tra aree sempre più ricche e aree sempre più fragili, Aosta continua a presidiare quella fascia intermedia che tiene insieme benessere, servizi e vivibilità. Un piccolo segnale di stabilità in un Paese che di stabilità continua ad averne un disperato bisogno.

pi.mi.