ECONOMIA - 27 novembre 2025, 11:20

Valle d’Aosta e il giudizio di Moody’s: stabilità, autonomia e qualche verità che non dobbiamo dimenticare

Moody’s conferma per la Valle d’Aosta un rating solido, “Baa2” con prospettiva positiva. Un giudizio che parla di buona gestione e autonomia finanziaria, ma che racconta anche le fragilità di un territorio che deve trasformare la virtù contabile in scelte politiche concrete

Moody’s ha ribadito che la Valle d’Aosta è un territorio affidabile. Un rating “Baa2” con outlook positivo non è solo un bollino tecnico: è il modo in cui un’agenzia internazionale giudica la capacità della Regione di stare in piedi anche quando l’economia balla. E per un territorio come il nostro, così piccolo ma così esposto, non è affatto banale. La storia recente è già nota agli addetti ai lavori: rating invariato, prospettiva migliorata, e un profilo finanziario che viene letto come solido, sobrio, privo di quelle impennate di debito che spesso mandano in agitazione i mercati. Moody’s apprezza tre cose in particolare: la nostra autonomia, che ci permette di manovrare con più libertà; la gestione prudente del debito, che resta bassissimo; e una liquidità considerata più che buona. Insomma: non viviamo sopra le nostre possibilità. E secondo l’agenzia, questo merita un riconoscimento.

Naturalmente, un giudizio positivo non è un elogio definitivo. È più una fotografia: ferma, precisa, e – se la guardi bene – anche un po’ impietosa. Perché se è vero che la Valle d’Aosta mostra ordine nei conti, è altrettanto vero che l’economia regionale non è un motore rombante. Siamo un territorio fragile, demograficamente stanco, con servizi che faticano a tenere il passo e infrastrutture che con troppa pazienza continuiamo a rimandare a domani. In questo senso, il giudizio di Moody’s è quasi un invito implicito: “Finanze in ordine? Bene. E adesso cosa ci fate?”.

La forza della Petite Patrie sta nella capacità di trasformare l’autonomia in azione, non solo in contabilità. Un buon rating non serve se resta sospeso nell’aria come un risultato da mostrare in conferenza stampa. Serve se permette di affrontare i nodi veri: la ferrovia che aspetta ancora un futuro, le politiche per i giovani che cercano casa e opportunità, la sanità che arranca, la transizione energetica che non può aspettare un’altra legislatura. Moody’s ci dice che abbiamo una base solida. Tocca a noi decidere che costruirci sopra.

E il punto è tutto qui: la Valle d’Aosta non deve accontentarsi dell’immagine di Regione “virtuosa”. Deve usare questa solidità per fare scelte coraggiose, togliere un po’ di polvere dal concetto di autonomia, trasformarlo in qualcosa che incide sulla vita quotidiana delle persone, dai trasporti alla digitalizzazione, dagli investimenti pubblici a una visione sociale un po’ più larga. Perché a essere prudenti siamo già capacissimi. Ora servirebbe un pizzico di ambizione. E un rating positivo può essere il momento giusto per smettere di guardare allo specchio e iniziare a guardare avanti.

Jean-Paul Savourel